Incontrare Hillary Clinton non è impossibile: basta pagare. Per partecipare agli eventi della campagna elettorale bisogna donare: dalle poche centinaia di dollari per gli appuntamenti più popolari, alle svariate centinaia di migliaia per i gran gala con celebrità comprese nel prezzo. È tutto regolare: i partiti americani non sono finanziati dallo Stato, ma dai cittadini. In quanto straniere – cioè: senza diritto di voto – noi però non abbiamo dovuto sborsare una lira, e perciò ci siamo potute permettere di incontrare Hillary in due occasioni, entrambe alla vigilia dello scontro con Bernie Sanders per le primarie newyorchesi.

La prima volta eravamo all'Apollo Theater di Harlem, confuse in una platea informale e multietnica alla quale Clinton, in inedita giacca di pelle, ha parlato di stipendi da alzare, sicurezza da incrementare, unità nazionale da mantenere; la seconda in uno scintillante locale di Manhattan (opportunamente chiamato Capitale) per un incontro dedicato alla diversità e ai diritti di donne, gay e transessuali, alla presenza di sostenitori benestanti e (alcuni) piuttosto famosi. 

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«È fantastico essere di nuovo a New York. Questa città mi ha dato una possibilità in passato (Clinton è stata senatore dello stato di New York dal 2001 al 2009, ndr) ed è una cosa che non posso dimenticare. Sento molto la responsabilità verso chi mi sostiene», ci ha detto poco prima di salire sul palco. Nel suo discorso ha poi sottolineato come la City fosse stata ridotta «in ginocchio» dall'attentato dell'11 settembre, e di come insieme sia stato possibile ricostruirla «ancora più bella». Con il congedo parentale (una tutela non ancora garantita uniformemente negli Stati Uniti) e nuove regole per l'acquisto controllato delle armi, la competenza maturata in tanti anni di pubblico servizio – è stata First Lady dal 1993 al 2001, Segretario di stato con Obama dal 2009 al 2013 – è uno dei pilastri su cui si fonda la campagna di Hillary per l'America.

L'altro sono i soldi. Uno spostamento di denaro impressionante: i biglietti per partecipare a uno degli eventi organizzati a sostegno dell'Hillary Victory Fund da George e Amal Clooney costavano dai 33,400 ai 353,400 dollari (per una coppia desiderosa di sedere al tavolo d'onore). Cifre «oscene», ha detto George Clooney il giorno dopo, dichiarandosi completamente d'accordo con i supporter di Bernie Sanders (donazione media: 27 dollari) che gli hanno organizzato una protesta nel giardino di casa per denunciare gli iniqui finanziamenti. Comunque vada, alla fine lui sarà dalla parte giusta.