A 64 anni, Rosamund Young non ha mai avuto un passaporto, né uno stipendio, né «un vero lavoro», si intende un lavoro con un orario e le ferie. Vive in un'antica casa di pietra dai riflessi dorati in uno degli angoli più belli della campagna inglese, il North Cotswold, alla giusta distanza da altre storiche magioni che sembrano galleggiare tra il verde e la foschia leggera di fine estate, nei dintorni un villaggio dai confini incomprensibili sparpagliato sulle colline, un po' pomposamente chiamato Broadway. Benché tutelata come patrimonio artistico la fattoria, che porta il bel nome romanzesco di Kite's Nest (nido del nibbio), non somiglia affatto a un museo, piena com'è di stivali, utensili, libri, tappeti consunti, pentole, sgabelli, chicchere, mobili e soprammobili, nella lieta eccentricità che le case inglesi esibiscono senza sensi di colpa.

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Courtney Louise Photography
La fattoria di Rosamund e Richard Young, Kite\'s Nest, a Broadway, North Cotswold, un paio d\'ore d\'auto da Londra.

Rosamund e suo fratello Richard allevano nei loro pascoli 113 bovini e 340 pecore secondo principi che si potrebbero chiamare "bio" se non fossero applicati da molto tempo prima che il bio esistesse come alternativa materiale e culturale all'agricoltura intensiva, avendoli i fratelli ereditati direttamente dai genitori e in particolare dalla madre Mary, maestra elementare e attivista ecologica ante litteram, che gestì con pugno di ferro mandrie, greggi e figli fino alla sua morte, sei anni fa. Ma dietro un'inaspettata curva del destino, la notorietà attendeva invece la mite, allegra Rosamund, con la sua frangetta di capelli grigi; Rosamund che da piccola voleva fare la ballerina e che non è mai andata all'università, e che un giorno quasi per caso cominciò a raccontare le storie dei suoi animali a un giornalista in visita al loro negozio di carne organic, una novità per la zona, e da lui incoraggiata provò a scriverle, e nel 2003 ne fece un piccolo libro dal titolo intrigante, La vita segreta delle mucche, poi notato da Alan Bennett e quindi ripubblicato e tradotto in molti Paesi. Ora arriva in Italia per l'editore Garzanti.

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La cover del libro La vita segreta delle mucche, Garzanti, pp. 140, € 15.

Dunque, spiega Rosamund senza traccia di artificio né di fanatismo, le mucche sono come le persone, hanno caratteri, sentimenti, amicizie e inimicizie (e naturalmente nomi e soprannomi, molti dei quali di origine letteraria); provano gioia, tristezza, ansia, nostalgia; alcune di esse sono individui noiosi, insulsi o prevaricatori; altre hanno grandi personalità, come l'indimenticata Amelia di cui l'autrice scrive per lo più in versi («Forte, orgogliosa, intelligente e savia/talentuosa, sicura, ma modesta»). Risulta quasi un'ovvietà, a quel punto, che non debbano essere chiuse nelle stalle in obbedienza a un calendario prestabilito per comodità degli umani e alimentate di insipido fieno per tutto l'inverno, ma che possano scegliere quando e dove pascolare e di quali erbe nutrirsi, e sotto quali alberi ripararsi, in quale prato partorire e se farlo da sole oppure con l'aiuto di qualcuno.

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Courtney Louise Photography
Rosamund Young con le sue mucche.

La portata eversiva di queste innocenti osservazioni si legge facilmente in controluce, per chiunque abbia mai visitato un allevamento "normale", dove gli animali vengono costretti all'immobilità per ingrassare più in fretta e riempiti di mangimi artificiali. L'alternativa bio, ammette Rosamund, comporta gran fatica e limitati proventi: «In fattoria si può risparmiare, non guadagnare. Cioè, i soldi non si vedono mai». Senza contare la vigilanza costante, quasi gelosa, su quella che oggi si chiama biodiversità, antico cavallo di battaglia di mamma Mary. La quale, in tempi non sospetti, rilasciava bellicose interviste ai quotidiani locali contro la moderna mania di «falciare e lisciare» la campagna come un giardino di periferia, e di tagliare le siepi di confine che invece dovrebbero rimanere quasi incolte, per conservare l'ecosistema di arbusti e piccoli animali che contribuisce alla ricchezza di un pascolo. A tutt'oggi, non si vedono prati "pettinati all'inglese" nelle proprietà Young, ma veri prati spettinati, il più possibile simili alla vegetazione originaria. Che sia un mondo minacciato, Rosamund e Richard lo sanno: uno dei terreni confinanti è stato acquistato da un cinese di Hongkong, che ha trasformato la casa in residenza di lusso e levigato il giardino come un campo da golf.

Tra vitelli è comune stringere fin dai primi giorni amicizie che durano tutta la vita: a volte si forma un gruppo, ma più spesso è un'amicizia a due

Tuttavia per ora, la loro mandria vive una vita ragionevolmente felice, o almeno in armonia con i principi base della fisiologia bovina, per il tempo concesso dalla catena alimentare. Tra 12 e 15 animali vanno al macello ogni anno, i maschi («the boys») prima delle femmine («the girls»), che svezzano naturalmente la prole da quando la fattoria ha rinunciato alla produzione di latte. Macellarli in fattoria è proibito dalla legge ma, dice Rosamund, «gli risparmiamo l'umiliazione del mercato». La carne viene venduta (e mangiata) senza patemi: «Ho conosciuto tutti i miei animali, li ho amati e rispettati, ho garantito loro la vita migliore possibile. Le mucche più giovani non si accorgono di nulla, le più vecchie hanno un filo d'ansia nello sguardo. Ma al momento dovuto muoiono in un attimo, senza soffrire. Così, quando sarà ora, vorrei che fosse per me».