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Da San Nicola a Babbo Natale, 3 cose da sapere sul Santo che diventò Santa Claus

Il 6 dicembre si festeggia Babbo Natale, ovvero San Nicola che, sorpresa, era un turco di facoltose origini e straordinaria generosità: ecco 3 cose sul vero Santa Claus che forse non sapevi

di
San Nicolapinterest
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Senza dubbio San Nicola è il santo più famoso al mondo. Non solo: lo è da secoli e lo è anche tra i non cattolici, perché è lui che ha dato origine alla leggendaria figura di Babbo Natale, simbolo imprescindibile delle festività. San Nicola si festeggia il 6 dicembre e non solo ha origini antichissime, ma anche distanti svariati chilometri dai paesaggi lapponi nei quali siamo soliti immaginare il Babbo classico. Quindi se più che alle stranezze legate alle feste siete affezionate alle tradizione, ecco per voi 3 cose da sapere sulla vera storia che sta dietro alla leggenda di Babbo Natale.

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La storia di San Nicola

<p>Il vero <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">vescovo Nicola</strong> è nato verso il 270 a Pàtara in Licia, la regione della Turchia dove si trova la oggi assai modaiola Antalya con le sue&nbsp;spiagge affollatissime. Rampollo di una famiglia facoltosa, si guadagna a suon di donazioni la carica ecclesiastica ma diventa anche subito&nbsp;un personaggio in odore di santità. Di lui si dice di tutto: non solo che combatte&nbsp;povertà e carestie, ma soprattutto che fa miracoli su miracoli. Dal placare una&nbsp;tempesta in mare, al&nbsp;resuscitare&nbsp;tre scolari uccisi da un oste, fino ad essere riuscito a&nbsp;salvare&nbsp;tre sorelle dalla prostituzione donando al padre tre sacchetti d'oro da usare come dote. Quando il vescovo muore, il <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">6 dicembre</strong>, alla tomba di Myra i fedeli arrivano da ogni dove e il luogo diventa presto una meta di pellegrinaggio riconosciuta.<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span></p>

Il vero vescovo Nicola è nato verso il 270 a Pàtara in Licia, la regione della Turchia dove si trova la oggi assai modaiola Antalya con le sue spiagge affollatissime. Rampollo di una famiglia facoltosa, si guadagna a suon di donazioni la carica ecclesiastica ma diventa anche subito un personaggio in odore di santità. Di lui si dice di tutto: non solo che combatte povertà e carestie, ma soprattutto che fa miracoli su miracoli. Dal placare una tempesta in mare, al resuscitare tre scolari uccisi da un oste, fino ad essere riuscito a salvare tre sorelle dalla prostituzione donando al padre tre sacchetti d'oro da usare come dote. Quando il vescovo muore, il 6 dicembre, alla tomba di Myra i fedeli arrivano da ogni dove e il luogo diventa presto una meta di pellegrinaggio riconosciuta.

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Da San Nicola a Babbo Natale

<p>La popolarità del santo gli conquista un posto d'onore nel calendario: tocca a lui aprire il periodo più allegro dell'anno, ma che è anche&nbsp;&nbsp;il più buio e oscuro, quello in cui è necessario <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">rallegrare i bambini </strong>con qualche ghiottoneria e, magari,&nbsp;convincerli pure&nbsp;a restare a letto, gli occhi ben chiusi, e in generale a comportarsi bene. Lentamente, almeno dal XII secolo in poi, prende forma la tradizione di un <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">santo</strong> che nella notte si aggira come un ladro, ma è un ladro al contrario: porta <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">confetti e doni</strong> a tutti i bimbi buoni. I bambini cattivi invece hanno di che dolersi: Nicola-Niccolò non viaggia solo, ma in compagnia di uno strano personaggio. È un folletto, un orco in miniatura, uno strano essere irsuto e selvatico: una creatura che Nicola ha trovato nei boschi.<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space">&nbsp;È cattivo? Diciamo che fa il lavoro sporco: se i bambini si comportano male, sarà lui a punirli.&nbsp;</span><span>La figura di&nbsp;</span><strong data-redactor-tag="strong">Santa Claus</strong><span>&nbsp;nasce dal&nbsp;</span><span>personaggio olandese </span><span> </span><i data-redactor-tag="i">Sinterklaas</i><span>,&nbsp;</span><span class="redactor-invisible-space">che&nbsp;</span><span>deriva&nbsp;</span><span>da San Nicola e in diversi Paesi del nord&nbsp;</span><span>Europa è identificato con un portatore di doni.</span></p>
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La popolarità del santo gli conquista un posto d'onore nel calendario: tocca a lui aprire il periodo più allegro dell'anno, ma che è anche  il più buio e oscuro, quello in cui è necessario rallegrare i bambini con qualche ghiottoneria e, magari, convincerli pure a restare a letto, gli occhi ben chiusi, e in generale a comportarsi bene. Lentamente, almeno dal XII secolo in poi, prende forma la tradizione di un santo che nella notte si aggira come un ladro, ma è un ladro al contrario: porta confetti e doni a tutti i bimbi buoni. I bambini cattivi invece hanno di che dolersi: Nicola-Niccolò non viaggia solo, ma in compagnia di uno strano personaggio. È un folletto, un orco in miniatura, uno strano essere irsuto e selvatico: una creatura che Nicola ha trovato nei boschi. È cattivo? Diciamo che fa il lavoro sporco: se i bambini si comportano male, sarà lui a punirli. La figura di Santa Claus nasce dal personaggio olandese Sinterklaasche deriva da San Nicola e in diversi Paesi del nord Europa è identificato con un portatore di doni.

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L'immagine moderna di Babbo Natale

<p>Per marketing e restyling, però, San Nicola dovette deve tutto agli americani: portato dagli olandesi a Niew Amsterdam (New York) ancora con le fattezze del vescovo severo, ritornò da Oltreoceano nella sua versione <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Coca Cola.</strong>&nbsp;Allegro, con la&nbsp;barba bianca, rubicondo, che viaggia nel cielo su una slitta trainata dalle renne. E vestito in rosso e bianco. È così che apparve<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor"> Santa Clau</strong>s in una pubblicità della Coca Cola nel 1931 grazie alla penna dell'illustratore Haddon Sundblom, che mise insieme i ricordi di San Nicola e il personaggio dello "spirito del Natale presente", descritto da Charles Dickens nel racconto Canto di Natale. Uno spirito con le fattezze di un signor grosso, panciuto, e vestito di verde. Con il rosso, una grande maestria e il potere della nascente pubblicità il risultato è stato&nbsp;deflagrante: è&nbsp;lui ormai il Babbo che ha colonizzato la storia, un "brand" che la società londinese Brand Finance ha stimato valere oltre<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor"> mille miliardi di euro</strong>. La mela della Apple, per dire, ammonta a "soli" 63 miliardi.&nbsp;<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"></span></p>

Per marketing e restyling, però, San Nicola deve tutto agli americani: portato dagli olandesi a New Amsterdam (New York) ancora con le fattezze del vescovo severo, ritornò da Oltreoceano nella sua versione Coca-Cola. Allegro, con la barba bianca, rubicondo, che viaggia nel cielo su una slitta trainata dalle renne. E vestito in rosso e bianco. È così che apparve Santa Claus in una pubblicità della Coca-Cola nel 1931 grazie alla penna dell'illustratore Haddon Sundblom, che mise insieme i ricordi di San Nicola e il personaggio dello "spirito del Natale presente", descritto da Charles Dickens nel racconto Canto di Natale. Uno spirito con le fattezze di un signore grosso, panciuto, e vestito di verde. Con il rosso, una grande maestria e il potere della nascente pubblicità il risultato è stato deflagrante: è lui ormai il Babbo che ha colonizzato la storia, un "brand" che la società londinese Brand Finance ha stimato valere oltre mille miliardi di euro. La mela della Apple, per dire, ammonta a "soli" 63 miliardi. 

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