Correre può aiutare a superare le difficoltà, dato che permette di lanciare sempre nuove sfide con se stessi: ne è la prova il San Patrignano Running Team (sanpatrignano.org), che anche quest'anno partecipa alla maratona di New York.

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Non è il primo anno che gli atleti che provengono dal grande centro di recupero dalle tossicodipendenze partecipano alla gara più famosa del mondo: la prima volta infatti risale al novembre 2013, dopo aver disputato piccole gare a livello locale e nazionale.

#Run4Sanpa è l'hashtag

In occasione del grande appuntamento del 6 novembre 2016 i ragazzi, che in Comunità praticano numerosi sport, in quanto l'attività educativa passa anche attraverso le discipline del calcio, basket, pallavolo e corsa, in grado di trasmettere valori di vita fondamentali, voleranno nella Grande Mela insieme agli accompagnatori.

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La squadra di San Patrignano conta una trentina di membri, e tra questi, 12 correranno la maratona di New York: correre non significa solo misurare se stessi ma è l'entusiasmo di uscire fuori, nel mondo, per dimostrare che vincere le dipendenze è possibile.

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Non solo New York per il team SanPa

Nessuno dei ragazzi di SanPa prima di entrare in comunità praticava la corsa: la passione per questo sport è venuta solo successivamente, con il tempo, la costanza e la fatica.

La squadra di running di San Patrignano è nata ufficialmente nel 2006 con la partecipazione alla maratona di Venezia: da allora la squadra conta una media di 30 atleti, 25 maschi e 5 femmine, e pesca da un gruppo di oltre 400 persone che praticano la corsa a scopo ricreativo dentro la comunità. Per i ragazzi di San Patrignano anche la Maratona di Londra è da 3 anni una tappa obbligata dove oltre a correre sotto al Big Ben c'è l'occasione di rincontrare altri ex SanPa oggi reinseriti nella City.

Maratona di New York, le altre sfide

Insieme al San Patrignano Running Team, la maratona di New York è lo scenario di altre storie di rivincita, di atleti che combattono contro una malattia: da Leonardo Cenci, il primo italiano e il secondo atleta nella storia che corre pur essendo malato di tumore, a Marion Bartoli, campionessa di Wimbledon 2013, che arriva negli Usa dopo aver superato gravi problemi di salute, passando per Luca Colosio, il primo atleta italiano di Special Olympics, e il team Run for Iov, formato da 11 donne tra i 30 e i 60 anni che hanno sconfitto il cancro al seno.