«È la legge del filotto: è arrivato tutto insieme, una compagna, due figli, la tv, la radio e il cinema». "Fare filotto" a biliardo vuol dire abbattere un'intera fila di birilli, in una sequenza ininterrotta di vittorie. Chiunque sarebbe esausto e infatti Fabio Volo è stanchissimo: «Non so più a chi dare i resti. Sono a Radio Dj ogni mattina, ho due film in sala, Kung fu panda 3 di cui sono doppiatore e Un paese quasi perfetto di cui sono coprotagonista; giro una serie tv, il sabato vado da Fazio a la domenica alle Iene, poi qui e là a promuovere i miei film o il mio romanzo È tutta vita».

La fatica non la spaventa.

Sono figlio di un fornaio che si è sempre svegliato all'alba per preparare il pane quotidiano. Se mi lamentassi non sarei degno di mio padre. Dormo poco, questo è certo, ma dormo bene, perché ho la coscienza a posto.

Ma i suoi bambini (due maschietti, Sebastian di due anni e mezzo e Gabriel di sette mesi, ndr) quando li vede?

Fino alle otto del mattino sono miei, preparo loro la colazione e li porto al nido, poi se posso torno per pranzo e di nuovo sono con loro dalle sei di sera fino alle nove: ci tengo a metterli a letto personalmente.

Per il resto c'è Johanna (Hauksdottir, la sua compagna islandese, con lui dal 2011, ndr).

E meno male che c'è. È una donna fantastica, dico sempre che mi supporta nella vita professionale e mi sopporta in quella privata. Sapevo che era la donna giusta quando l'ho incontrata, è come se qualcosa mi portasse verso di lei, in maniera molto naturale. Come se la conoscessi da sempre.

Perché lei e non un'altra?

È un progetto che non scegli, ti innamori di una persona e il perché rimane insondabile. Posso elencare mille motivi per cui la amo, ma il motivo per cui amo proprio quelle cose di lei non lo saprei dire.

In una coppia cosa conta?

Di certo non che la tua compagna sia bionda o mora, è importante che tu ti senta accettato. Conta anche avere progetti comuni, come la serie che Johanna e io stiamo creando insieme fra Roma e New York, scrivendo e producendo fianco a fianco. Era pensata per il Web, ma quando ho mostrato la puntata pilota le reti tv si sono accapigliate per assicurarsela.

Che cosa rimpiange della sua vita da single?

Non sono tipo da rimpianti, ho sempre fatto quello che volevo fare quando era il momento: è successo per la vita da single, succede per quella familiare. Non sono di quelli che volevano fare l'adulto da ragazzino e poi a 50 anni vanno in discoteca.

Si sente cresciuto?

Più che crescere, sto invecchiando. Alcune cose non riesco proprio più a farle fisicamente, altre non mi interessano più.

Che cosa le manca?

Avendo figli piccoli, mi manca il tempo di fare una passeggiata, o di bere la birra con un amico.

Come spiega il suo successo?

In qualche modo riesco sempre a mantenere una mia originalità e ne vado fiero. Si viene sedotti facilmente da chi ti assicura: «Se ti metti con noi sei a posto per tutta la vita ». Io invece non ho desideri di appartenenza, né politica né commerciale, quindi riesco a rimanere me stesso.

Di lei si dice: fa tante cose ma non eccelle in nessuna.

Per questo dico che Kung fu panda 3 è il mio film più autobiografico: la storia di un personaggio goffo che non ha un talento particolare né prestanza fisica, ma non si fa condizionare, segue i suoi sogni e alla fine li realizza. Io sono stato preso in giro da tutti miei amici per le mie ambizioni e lo sono ancora, ciò nonostante ho conquistato una vita meravigliosa.

Kung fu panda 3 ha sollevato una polemica perché il panda Po ha due padri. Su questo tema lei ha litigato in diretta con Mario Adinolfi a Il volo del mattino, ma esattamente come la pensa?

Non credo che per un bambino sia così importante la distinzione sessuale, quanto invece il supporto, l'attenzione, il sentirsi amati, capiti e ascoltati.

Concluda questa frase: l'Italia non è un Paese per…

… coraggiosi. Credo sia la causa prima della situazione attuale, in ogni settore, non solo quello politico. 

Fabio Volopinterest
Fabio Volo in una scena del film Un paese quasi perfetto