Il biondo che vedete nelle foto quassù ha 17 anni, e tutta l'intenzione di arrivare vergine al matrimonio. Ma non è questala sua caratteristica più incredibile: il biondo che vedete nelle foto quassù si chiama – proprio di battesimo – Lucky Blue.

Ci vuole un certo coraggio a imporre a un innocente un nome del genere senza trasmettere anche il pedigree di Jay Z e Beyoncé. Ma i genitori del biondo, signori Smith, sapevano di poter contare su un patrimonio genetico rispettabilissimo: la mamma era una modella, e pure tutt'e due le nonne.

Insomma: sono abituati a essere carucci da generazioni. Per questo anche le sue tre sorelle hanno nomi da cartone animato: Daisy Clementine, Pyper America e Starlie Cheyenne(ce ne fosse stata un'altra, avrei scommesso su Magica Emi).

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Neanche genitori così fantasiosi, però, potevano immaginare che, prima ancora di prendere la patente, Lucky Blue sarebbe diventato il modello più famoso di sempre secondo le metriche contemporanee: 1,4 milioni di follower su Instagram.

Quando a 10 anni accompagnò la sorella Daisy all'agenzia Next di Los Angeles, gli dissero: «Cresci bene, poi ripassa». Due anni dopo, tutti e quattro i ragazzi Smith furono messi sotto contratto, e poi fotografati da Hedi Slimane per Vogue Japan.

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E pensare che erano sulle strade della California col furgoncino per provare a diventare famosi come The Atomics, la family band costituita qualche inverno prima, quando Babbo Natale aveva deciso di regalare a ognuno uno strumento, e che la musica sarebbe stata il loro talento: «Nessun ragazzo può considerare quella da modello una carriera definitiva. Aspettate di sentirlo suonare la batteria», minaccia ora la mamma.

Per distinguersi, Lucky Blue ha ossigenato il ciuffo – così ha un'aria più audace – e posato per campagne a coefficiente di lusso progressivamente crescente: Gap, Levi's, Tommy Hilfiger, Adidas, Moncler, Philipp Plein, Tom Ford (con gli occhiali per sembrare più grande).

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E se vi pare insensato che un diciassettenne promuova acquisti impervi per il budget del coetaneo medio, non avete colto la visione di lungo periodo: lui e il suo seguito web diventeranno grandi insieme.

«Prima di sfilare in Italia non avevo mai sentito parlare della maggior parte degli stilisti. Forse Fendi, o Gucci. Ma… come si chiama l'altra che ho fatto? Botte… Veneta? Non conoscevo neanche Roberto Cavalli».

Quando le sue fan guadagneranno stipendi adulti, quelli saranno i nomi che avevano sui ritagli appesi ai muri della cameretta: come la madeleine di Proust, ma senza i carboidrati.

Fuori dalle sfilate della moda uomo, intanto,  squadroni di ragazzine vanno all'arrembaggio degli (usualmente ignorati) ingressi per modelli con la speranza di vederlo passare – non è difficile: oltre al capello catarifrangente, Lucky può contare su 190 dinoccolati centimetri di altezza – e magari riuscire a ottenere un selfie souvenir.

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A lui il bagno di folla piace molto, e volentieri improvvisa adunate postando su Instragram data e ora dell'evento. Per ristabilire la normalità, talvolta, deve intervenire la polizia.

Ma la sua è sincera gratitudine, e giovanile assenza di riservatezza: «Vogliono solo una foto e un abbraccio. Io non capisco cosa trovino in me, ma se posso farle contente rimanendo là fuori un po' di più, perché no?».

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Per ottenere l'espressione accigliata che è richiesta ai modelli ambosessi sulle passerelle, Lucky Blue trova molto utile concentrarsi sui compiti da fare.

Ha smesso di frequentare il liceo due anni fa, ed è la mamma che si occupa della sua educazione da quando si sono trasferiti dallo Utah – dove i vicini li chiamavano "I Cullen" come i vampiri di Twilight – nella casetta di Los Angeles in cui Lucky Blue è costretto a dividre la camera con le sorelle: «È il posto più brutto del mondo: lo detesto», frigna.

Ma la frugalità è un tratto essenziale nel sistema di valori dei signori Smith, mormoni praticanti. Insieme all'astinenza dal sesso prematrimoniale, dicevamo. E pure da droga, alcol e persino caffeina.

Chissà a cosa serve diventare così famosi così giovani, se non puoi neanche permetterti una condotta giudiziosamente debosciata.


(Gallery: Martina Cancellotti; foto: Getty/Instagram@luckybsmith)