Di cibi strani, Chef Rubio ne ha assaggiati parecchi. Un pallone, però, ancora gli mancava. È questa l'esilarante scena, ricca di autoironia e riferimenti alla realtà, che vede il famoso volto tv irrompere nel mondo cartoon: dal 8 febbraio 2018 esce nelle sale italiane I primitivi, spassoso film di animazione distribuito da Lucky Red. Qui Chef Rubio presta la voce a Gordo: un primitivo strabico e un po' tonto ma dallo stomaco senza fondo, capace di addentare qualsiasi cosa. Sebbene si tratti di un personaggio minore, basta per rendere Chef Rubio ancora più simpatico ai nostri occhi. Pochi protagonisti del piccolo schermo riescono infatti a prendersi poco sul serio come il volto di punta del canale DMAX: prima o poi il successo rende tutti snob e narcisi. Tranne Chef Rubio. Lui ama la gente, stare con loro e sporcarsi le mani. Non a caso tra i suoi nuovi progetti tv per il canale DMAX, dopo Rugby social club, spicca Camionisti in trattoria. Un nome, un programma. Letteralmente.

Dunque, com'è stato addentare un pallone da calcio?

Una mano, vorrà dire: per simulare la scena del cartone, in sala doppiaggio ho finto di masticare la mia mano. È stata un'esperienza divertente e decisamente singolare!

Il suo è, di fatto, un personaggio di contorno: cosa l'ha spinta ad accettare comunque la proposta di Lucky Red?

La curiosità: mi hanno chiesto di dare voce a uno dei personaggi, la cosa mi ha intrigato e così ho accettato. Non importa quanto io sia presente, con la mia voce, in video: se anche mi avessero proposto di doppiare un solo secondo, sarei stato stupido a non accettare. Ho sempre pensato che chi non si presta, non dica la verità.

Era la sua prima volta come doppiatore di animazione?

Sì. Avevo già maturato un po' di dimestichezza con il mio timbro vocale, facendo il voice over dei miei programmi, ma il doppiaggio di animazione è una cosa diversa. Per la prima volta ho storpiato la mia voce a fini ludici. Divertente, anche se non è facile.

L'ironia del suo personaggio poggia anche sul gioco di specchi: un mangione con la voce di Chef Rubio...

...credo di essere stato chiamato in causa proprio per questo.

Lo sa che sono in pochissimi a prendersi poco sul serio, come fa lei?

Purtroppo chi è marcio dentro, lo resta anche quando è famoso: è una sorta di imprinting, che prima o poi viene fuori. Chi invece ama il proprio lavoro non smette mai di pensare a una nuova chiave di lettura del proprio racconto. Quanto a me, sono molto autoironico nella vita e cerco di esserlo anche nei programmi che realizzo.

chef-rubio-i-primitivipinterest
foto di Arianna Lanzuisi

Qual è il valore aggiunto che l'ironia riesce ad apportare al racconto televisivo?

L'umanità. Che poi è la cosa meno presente in tv. Il mio desiderio, invece, è proprio quello di riuscire a mostrare il vero che si nasconde dietro agli stereotipi e raccontare le anime delle persone che si incrociano, magari distrattamente, per strada.

Dopo i lavori sporchi e i primitivi, prossimamente sarà la volta dei camionisti: la sua è una vera e propria predilezione per le realtà meno glamour. Cosa la affascina?

Non lo faccio per risultare alternativo o controcorrente: non è questo che mi interessa. Se parlo di questi mondi è perché sono realtà che raccontano molto, soprattutto della nostra umanità. Trovo che siano molto più interessanti del niente che di solito siamo costretti a subire passivamente in tv.

In Caminosti in trattoria la rivedremo prendere in mano la forchetta?

Sì: con questo programma voglio mostrare le realtà culinarie da cui veniamo, ossia le trattorie a gestione famigliare. L'alta cucina viene da qui: è un'evoluzione di questi posti.

Quante trattorie, tra quelle visitate, sono riuscite a soddisfare il suo palato?

Erano tutte buonissime. Il fatto è che, spesso, fa molto più figo andare a spendere 300 euro per una cena perché così lo puoi raccontare elevandoti a palato sopraffino. Mi riferisco ovviamente alle alte sfere e a tutta la moda legata ai ristoranti stellati.

chef-rubio-i-primitivi-conferenzapinterest
foto di Arianna Lanzuisi

Prima di viaggiare con i camionisti, la vedremo però di nuovo nei panni di commentatore per Rugby Social Club, sempre su DMAX. Un pronostico sul destino della squadra italiana al Sei nazioni?

Ho smesso di farli perché alla fine, per un motivo o per un altro, non va mai bene. Mi auguro comunque che i ragazzi non subiscano nessun infortunio grave e che si divertano. Quanto ai risultati, arriveranno quando ci sarà un movimento alle spalle pronto a supportare la squadra. Prima di allora, vivremo di sprazzi.

Non è un giudizio un po' duro verso la Federazione?

La federazione italiana rugby è stata, per anni, una delle più ricche al mondo, eppure non c'è mai stato alcun progresso in termini di cultura, di supporto e di infrastrutture. Chi aveva i soldi se li è sempre tenuti per sé. È un po' come con la politica: chi ha il potere prende il più possibile e poi lascia il deserto.

Qualcosa mi dice che lei non andrà a votare, a marzo...

Non ho mai votato. Inizierò quando avrà senso recarsi alle urne. La classe politica deve essere più che rifondata: bisogna ripristinare una scala di valori e mettere in alto chi è davvero preparato e chi sa rapportarsi in modo propositivo, ragionando a lungo raggio.

Tornando al rugby, da qualche anno a Milano sono nate le Lady Lovers: squadra femminile over 35 di rugby. La palla ovale non è più per soli uomini?

Non lo è mai stata. Seguire una partita di rugby femminile, ad alto livello, è divertente tanto quanto guardare quelle maschili. Certo, cambiano gli approcci all'impatto, ma la bravura tecnica è identica. Anche qui, però, l'Italia è anni luce indietro, persino rispetto a nazioni meno blasonate sulla carta. E dire che le tesserate nazionali sono tante e appassionate... Onore dunque a loro che, nonostante debbano fare le nozze con i fichi secchi, giocano ancora, si divertono, e credono in quell'insieme di valori che fanno il rugby.

Ci tolga una curiosità: la sua agenda è fittissima, è persino impegnato con il volontariato e Pasto sospeso. Non si concede mai il lusso di annoiarsi, magari sul divano a casa?

Mi annoio in treno, tra uno spostamento e l'altro di lavoro.

Quello non vale. Parliamo di un momento di puro, assoluto, relax: quando se lo concederà?

Vallo a sapè...

chef-rubio-rugbypinterest