L'arte di rallentare. Per poi navigare in acque sconosciute. Senza mai snaturare se stessa. Oltre che talentuosa, Sarah Felberbaumdimostra una saggezza d'altri tempi, tipica di quelle donne che si sono costruite da sole, assumendosi i propri rischi sul lavoro così come nella vita. Adesso, la più famosa - ma meno raccomandata - "moglie di" del nostro cinema, ha voglia di nuove sfide. Anzi. Di sfide scomode. La prima è un'incursione lampo nel mondo dell'intrattenimento: lo stesso che l'ha lanciata, agli esordi, come volto di Top of the Pops, e dal quale Sarah ha preferito prendere le distanze, per investire tutto sulla recitazione. Dal 29 gennaio 2018, per un mese intero, l'attrice farà gli onori di casa a Cinepop: il nuovo magazine per cinefili di Sky Cinema Uno, in onda tutti i giorni alle 21.15 sul canale 301 della piattaforma satellitare.

Dunque, un ritorno alle origini?

Ho sempre detto che faccio l'attrice e che non avrei più condotto. Tuttavia sono una persona molto curiosa, che ama cimentarsi con nuovi progetti: la proposta di Cinepop mi è sembrata un giusto compromesso. Da un lato infatti mi apre a nuove sfide senza però stravolgermi o snaturarmi: si tratta di un contenitore di cinema, diretto da un regista di cinema, Max Croci, che peraltro stimo molto. Non mi sembrava pertanto di allontanarmi troppo da quello che è il mio mondo, senza contare che mi intrigava l'idea di tornare a lavorare con Sky. Così, ho accettato con entusiasmo.

Eppure, essendoci anche il precedente di Stasera Casa Mika, questo ritorno alla conduzione farebbe sperare qualcosa di più...

Inizialmente Stasera Casa Mika non era nei miei piani: anzi, era l'ultima cosa che mi sarei immaginata di fare, visto che avevo partorito da appena un mese. Invece mi sono buttata, perché ogni tanto è giusto farlo. Proprio dopo quest'esperienza con Mika, mi sono ripromessa che, periodicamente, mi sarei messa in una situazione nuova, nuotando in acque diverse da quelle abituali. E' un modo per stimolare se stessi.

Cinepop parla di cinema. Qual è lo stato di salute della Settima Arte, in Italia?

Non mi sembra ottima: rimanendo nella metafora, direi che il nostro cinema ha l'aspetto un po' pallido. Proprio per questo credo che sia importante tornare a parlare di film in modo diverso: con un approccio più diretto, leggero, semplice in modo da riavvicinare chi, in questi anni, si è allontanato o persino annoiato.

Da attrice, c'è un genere che vorresti esplorare di più?

Adesso rischio di sembrare contraddittoria perché, personalmente, mi piacerebbe interpretare ruoli un po' più drammatici: è un viaggio che mi manca, un mare che non ho ancora esplorato.

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Viste le sue origini, cosa l'ha trattenuta qui in Italia? In fondo, prima di mettere su famiglia, avrebbe potuto scommettere sull'estero.

Il punto è che, per mettere su famiglia, devi conoscere anche la persona con la quale crearla: la famiglia, in realtà, nasce e si forma molto prima di avere dei figli. Ebbene, nel momento in cui volevo andare all'estero per mettermi in gioco, ho conosciuto la persona che è poi diventata mio marito e il padre dei miei figli (Daniele De Rossi, ndr). A quel punto, andare via non è stata più una scelta possibile e di questo non mi pento. Tuttavia, non è ancora detta l'ultima parola: adesso che ho dei figli, potrei valutare di andare, non dico in America, ma magari in Europa o in posti un po' più vicini. Ed è quello che, in realtà, sto cercando di fare.

La maternità l'ha costretta a ridimensionare i propri impegni professionali?

A un certo punto, sì: è ovvio che devi fare una scelta. Per un periodo devi rallentare e stare con i bambini. Però, per esempio, adesso che il mio figlio minore ha 1 anno e 4 mesi, sono stata via un mese e mezzo per girare un film a Torino. Si può dunque fare tutto: bisogna avere la pazienza di rallentare e sapere capire quando si può ricominciare a spingere sull'acceleratore, portando avanti sia il lavoro sia la propria maternità.

Rallentare è un'opzione concessa nel mondo dello spettacolo o resta una scelta rischiosa, fonte di ansia?

Beh, il nostro lavoro è, per definizione, fonte di ansia: quando finisci un set, ti chiedi sempre se e quando lavorerai di nuovo. Ogni attore si pone periodicamente questa domanda. Nel mio caso ho scelto di diventare mamma, di creare una famiglia: ho la consapevolezza di star facendo una cosa meravigliosa.

Nelle interviste lei ha spesso ripetuto che la maternità le ha cambiato la vita, rendendola felice. Sogna una famiglia ancora più numerosa?

No, vabbè, non sono matta! (ride, ndr) Ho desiderato i miei figli ma due bastano. È già impegnativo così…

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Sarah Felberbaum nello studio di Cinepop

Come coppia, lei e suo marito siete molto discreti: quanto la riservatezza è importante affinché una coppia possa sopravvivere nel mondo dello spettacolo?

Non esiste una regola: dipende da ciascuna coppia. Io e mio marito siamo sempre stati due persone riservate, anche prima di conoscerci: la discrezione non è stata quindi uno sforzo o una decisione presa a tavolino. C'è un grande rispetto l'uno nei confronti dell'altra e soprattutto nei riguardi dei nostri lavori.

La sua vita sentimentale non è però sempre stata facile: ha dovuto difendersi da un suo ex, che si è rivelato stalker. Come si reagisce, in queste situazioni?

Il discorso è molto delicato e complesso, anche perché esistono molte situazioni, differenti l'una dall'altra. Personalmente, quando mi sono trovata in difficoltà, ho chiesto subito aiuto. Non mi sono vergognata di farlo e sono stata aiutata.

Dopo Cinepop, dove la rivederemo?

Ad aprile esce il film Tu mi nascondi qualcosa, opera prima di Giuseppe Loconsole. Sono in coppia con Giuseppe Battiston. Inoltre ho appena finito l'ultimo film di Volfango De Biasi: Nessuno è come noi, con Alessandro Preziosi.

In tv, invece?

L'ultimo titolo che ho interpretato è la serie di Rai Uno I medici. Ma mi rivedrete, non vi preoccupate...

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Sarah Felberbaum al red carpet della fiction I medici