Da un sogno infranto si esce fuori con le ossa rotte. A volte, però, anche la più cocente delusione può dischiudere orizzonti inaspettati. Ne sa qualcosa Ciro Priello che, da ballerino mancato di Amici, è finito per diventare una star di YouTube con The Jackal e ora, dal 9 novembre 2017, debutta addirittura al cinema, con il film di fantascienza Addio fottuti musi verdi. Al centro, la storia di un qualificato grafico pubblicitario che, nonostante la sua professionalità, è in continua lotta contro il precariato. Fino al giorno in cui troverà lavoro... presso una nave aliena. Nel cast, oltre a Ciro, figurano i volti dei The Jackal Simone Ruzzo, Fabio Balsamo, Alfredo Felco, Roberto Zibetti.

Dunque è più facile trovare lavoro nello spazio che non in Italia?

Il precariato è sicuramente uno dei temi del film, ma non l'unico. Volevamo spiegare che indipendentemente da dove abiti (perché non ha senso partire giusto per partire, o restare solo perché te lo dice mamma), quello che conta è avere le idee chiare: è importante sapere cosa si vuole dalla vita.

Lei ha sempre saputo cosa voleva diventare?

In realtà non avrei mai immaginato di finire a fare l'attore. Vent'anni fa (e altrettanti chili fa..) il mio grande sogno era ballare. In tv.

Prego?

Ebbene sì, nasco come ballerino professionista di jazz e hip hop, con conoscenze anche nella danza classica. Da adolescente la mia grande ambizione non era la recitazione ma la danza, alla quale mi dedicavo anima e corpo. Ce la mettevo tutta, anche se continuavo a ricevere porte in faccia: probabilmente, non era quella la mia strada, ma ci misi un po' a capirlo. La delusione più cocente è arrivata nel 2004 quando mi sono proposto per Amici. Sono stato preso, salvo poi non passare la selezione per il serale: ci rimasi malissimo. Per un po' ho continuato danzando a teatro, fino a quando non ho frequentato un corso di recitazione per ballerini, organizzato dalla Regione Campania. Lì ho avuto la fortuna di studiare con maestri del calibro di Carlo Cerciello e Roberto Azzurro che mi hanno iniziato al mondo della recitazione.

Cosa l'ha conquistata di questo nuovo mondo?

La recitazione ti dà la possibilità di immergerti nelle vite degli altri ed esplorare i punti di vista più disparati: è un viaggio appassionante tant'è vero che adesso il mio grande sogno sarebbe interpretare un ruolo alla Jocker di Christopher Nolan, in bilico tra dramma e follia.

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Nessuna nostalgia, dunque, per il suo passato sulle punte?

No, anche se prima o poi mi piacerebbe prendere parte a un musical.

Una delle critiche che vengono spesso mosse alle star di YouTube è di essere solo dei battutisti. Con Addio fottuti musi verdi, avete voluto dimostrare che siete molto di più?

In realtà quello che, da sempre, ci spinge a sperimentare è il desiderio di esplorare nuovi territori. Abbiamo deciso di tentare la strada del cinema perché, dopo anni di video brevi su YouTube, volevamo provare a raccontare una storia più lunga, per esplorare meglio la drammaturgia dei personaggi proposti. Iniziare un video e, dopo pochi minuti, fare una battuta così, tanto per farla, cominciava a starci un po' stretto.

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Prima di arrivare al film, avete però sperimentato un corto di 17'. Tema: la crisi nel diventare trentenne. Quanto c'è di suo in quel video?

Tutto. I 30 anni rappresentano quel momento della tua vita dove non sei abbastanza giovane per continuare a comportati come un ventenne, ma nemmeno troppo vecchio per apprezzare la vita da adulto. È come sprofondare in una sorta di limbo dove non si riesce a trovare una propria dimensione.

Quanto l'essere diventato padre ha accentuato tale crisi?

Inizialmente è stato un bel colpo, ma credo che sia così per tutti: quando ti nasce un figlio, hai la netta percezione che è un estraneo e che ci vorrà del tempo per imparare a conoscervi. Poi però subentra tutto un discorso romantico, fatto d'amore, che scardina ogni paura e abbatte qualsiasi muro…

In che senso?

Prima di tutto, la nascita di un figlio rafforza l'amore che provi per la tua donna. E poi mi basta guardare mia figlia per rendermi conto che, per lei, darei la vita.