«La verità? Credo di aver sempre saputo che sarebbe successo. Diventare famosa, intendo». Se ne esce così, Jennifer Lawrence, a metà di questa intervista, più divertita che compiaciuta con un tono che oscilla tra la profezia e lo scherzo. Conoscendo la sua storia, non fatico a crederle. Perché se a 27 anni guadagni 20 milioni di dollari a film, se hai nel bagno di casa un Oscar e tre Golden Globe, se sei passata in quattro anni da «più talentuosa giovane attrice d'America» (Rolling Stone, 2012) ad «attrice più pagata del mondo» (Forbes, 2016: primato appena scalzato da Emma Stone), vien da pensare che in effetti il destino c'entri qualcosa.

Più grande dei suoi anni e bellissima, punta dritta al bersaglio, come le frecce che tirava in Hunger games. La incontro per parlare di Mother!, il nuovo film di Darren Aronofsky di cui è protagonista e forse anche un po' musa: uno psico-horror presentato alla Mostra del cinema di Venezia e ora nelle sale, atteso dai suoi fan (al Lido sono approdate orde mai viste di teenager, insensibili ai cambi di ruolo dopo Hunger games) e molto anche dagli appassionati di cronache sentimentali (lei e Aronofsky si frequentano da un anno, senza averne mai dato conferma e Venezia è stata la loro prima uscita ufficiale insieme). Provo a stanarla.

Jennifer Lawrence in una scena di Mother, con Javier Bardempinterest
Jennifer Lawrence in una scena di Mother!, con Javier Bardem.

Che effetto le ha fatto lavorare con Aronofsky?

Darren è un regista incredibile che punta sempre alla perfezione. Ma è anche un padre bravissimo e premuroso (ha un figlio dalla precedente relazione con l'attrice Rachel Weisz, ndr). E con lui vicino ho sempre miracolosamente le idee chiare.

Non sembra indecisa nemmeno in sua assenza.

Perché sono impulsiva. Non ho filtri. Le parole mi escono dalla bocca di getto, senza pensare alle conseguenze. Ma, in realtà, la sicurezza in me stessa mi è venuta con il tempo e indecisioni ne ho ancora parecchie.

Jennifer Lawrence con il fidanzato Darren Aronofskypinterest
Getty Images
Jennifer Lawrence (27 anni) con il fidanzato, il regista Darren Aronofsky (48 anni).

Sicurezza o no, lei va come un treno.

Ero fissata già da bambina, come se sentissi dentro che ce l'avrei fatta. Volevo diventare attrice e a 14 anni lo comunicai ai miei genitori. Dissi: «Voglio sfondare, fatemi andare a New York». Vivevamo nel Kentucky e lì non avevo uno straccio di possibilità di fare questo mestiere.

Loro come la presero?

Uscirono di testa! Alla fine, però, mi ci mandarono con uno dei miei due fratelli grandi. Mia madre quasi si augurava che andasse male e che tornassi a casa da lei. E invece un agente mi notò.

Non è più tornata.

Sì, ma ora so che è felice per me. Siamo molto vicine, con lei e con tutti gli altri familiari, nipotini in testa. Ne ho due: per me esistono soltanto loro.

Passa per una delle persone più autentiche di Hollywood.

Non so se mi si possa definire autentica. Sono io e basta. Credo nell'onestà, nella lealtà e nell'amicizia vera. Non tollero ipocrisie, voglio avere attorno solo persone di cui mi fido.

Preferisco stare a casa a guardare la tv piuttosto che uscire con uno che non mi piace più di tanto

Quanta parte di vita privata ha sacrificato?

Non molta. Con gli uomini sono sempre stata selettiva. Ho sempre preferito stare a casa a guardare la tv piuttosto che uscire con uno che non mi piace più di tanto. Non ho problemi a stare sola, anche per lunghi periodi. Se sento che non merita, mi butto nel lavoro. Se però mi innamoro davvero, è tutta un'altra storia.

Il lavoro ultimamente non le è mancato.

Una pausa non mi farebbe male.

In Mother! ha un ruolo molto difficile: la giovane moglie di uno scrittore in crisi creativa che immola se stessa in una sorta di inferno domestico.

Infatti ero un po' angosciata, quando ho cominciato le riprese. Perché sapevo che sarei entrata in una zona buia e temevo di non saperne più uscire. E invece, ce l'ho fatta.

La locandina del film Mother!pinterest
La locandina del film Mother!.

Come?

Grazie a Kim Kardashian. Sul set mi avevano allestito una tenda con i suoi reality sempre in onda. L'angolo felice in cui mi rifugiavo tra una scena e l'altra.

Le piacciono i reality?

Ne sono appassionata. Per certi intellettuali è incomprensibile, Aronofsky in testa. Ma a me fanno sentire bene. Li guardo tutti. Sono affascinata dalle storie della gente vera.

Tra le sue passioni c'è pure la moda (Lawrence è il volto della maison Dior, ndr).

Da ragazzina me ne andavo in giro vestita come un maschiaccio, sempre sportiva: inconvenienti del crescere con due fratelli maschi. Poi sul red carpet ho scoperto quanto è bello indossare quei magnifici vestiti haute couture. E amo Dior, perché azzarda modelli sempre più giovani e cool.

Qualcosa di cui non saprebbe fare a meno?

La mia cagnolina Pippi. Siamo in completa sintonia, due corpi e un'anima sola. E per come me ne prendo cura, preoccupata come sono che non le capiti nulla, mi fa pensare che potrei essere una brava mamma. Magari, un giorno...

Il suo credo?

Essere fedele a me stessa. E avere il controllo della mia vita.

(Ha collaborato Julia Manfredi)