Jamie Foxx è statuario. Quando arriva nell'albergo di Los Angeles dove lo aspetto per parlare di Sleepless – Il giustiziere (al cinema dal 2 febbraio) non posso fare a meno di notare che Jamie Foxx – nato Eric Marlon Bishop, 49 anni – è il ritratto dell'ottimismo. «Hey, what's up», mi saluta da duro. Più o meno sta per «Come butta?». Un duro per bene però, dopo la rissa dove è stato coinvolto, suo malgrado, in un ristorante di Hollywood – lui e i suoi amici facevano troppo rumore – ha postato un video su Instagram per dire, tra il serio e l'ironico, che andava tutto bene, nessuno si è fatto male. Così si fa. Io sospiro. Katie Holmes è proprio una ragazza fortunata.

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Jamie Foxx con Michelle Monaghan in Sleepless - Il giustiziere.

È il segreto più ostinatamente custodito di Hollywood, di Jamie e Katie sotto traccia si parla dal 2013: scatti rubati, rivelazioni clamorose subito smentite, avvistamenti sospetti. A Capodanno erano insieme a Miami e una settimana prima (secondo Us Weekly) hanno festeggiato nascosti a Cabo San Lucas, in Messico, il compleanno di lei. Non che non se lo meriti, a giugno saranno cinque anni dalla fine del matrimonio con Tom Cruise, abbastanza per rifarsi una vita fuori dalla clandestinità. Ma Katie ha le sue buone ragioni per mantenere un qual riserbo – Jamie era un amico di famiglia, Tom non ha ancora individuato una nuova fidanzata, Suri è stata sufficientemente paparazzata da piccola – e lui da sempre sa farsi molto bene i fatti suoi: delle madri delle sue due figlie, per dire, si sa pochissimo. Di certo: non è mai stato sposato. La prendo larga.

Questo film è la storia di un agente segreto che per anni protegge la propria identità a ogni costo. Ci sono similitudini con la sua esperienza di attore?

Per un attore è solo finzione; per questa gente, invece, è dura realtà. Ed è impossibile criticare quello che si può essere costretti a fare in situazioni di vita o di morte. Il mio personaggio rimane così a lungo lontano dalla sua famiglia che rischia di trasformarsi in un'altra persona, e solo alla fine si rende conto di quanto il figlio abbia bisogno di lui.

In questo si è riconosciuto?

Sì, ho sempre cercato di essere presente come padre, perché so quanto sia importante per i bambini avere un punto di riferimento e sentirsi sempre considerati, coinvolti.

La sua infanzia non è stata facile: quando i suoi genitori si sono separati aveva sette mesi, ed è stato adottato dai nonni e cresciuto a Terrell, Texas, in un'epoca ancora profondamente razzista.

Al mio paese la comunità bianca e quella nera erano separate dai binari di un treno. Mi chiamavano "negro" ogni giorno, anche quando andavo a suonare il pianoforte alle feste di Natale in casa di qualche bianco ricco. Per questo lavorare in Django unchained, con Quentin Tarantino (regista anche di Pulp Fiction) è stata un'esperienza fortissima. Girare le scene nella piantagione, dove sapevo che gli schiavi venivano sistematicamente perseguitati e uccisi, mi ha turbato molto. Per me entrare in un personaggio è un processo istintivo, e quando si è neri ci si rapporta praticamente ogni giorno con questo passato.

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Jamie Foxx nel film di Quentin Tarantino Django unchained.

Ci sono artisti ai quali si ispira?

Tanti, tantissimi, a partire da Michael Jackson, che era un fenomeno. Ma ho sempre trovato Prince davvero incredibile, tanto che a Capodanno del 1998 decisi di inseguirlo fino a Las Vegas. Quando lo vidi scoppiai a piangere: era un mito. Come suonava, come si vestiva: le piume viola e quella chitarra gigantesca… da rimanere senza fiato.

E invece nella vita quali sono stati suoi punti di riferimento?

Ho avuto dei grandi modelli: i miei nonni (Estelle, che era domestica e infermiera, e Mark Talley, operaio, ndr) non erano ricchi, ma mi hanno trasmesso un'etica personale e professionale severa. Cerco di mantenerla sempre, senza farmi confondere dalla celebrità o dai soldi. Fu mia nonna a spingermi a suonare il piano per ottenere una borsa di studio in musica classica e composizione all'università della California. È stata la mia prima possibilità di avere successo nella vita, uscire dal ghetto, entrare in contatto con una società multirazziale. Ma da lei ho imparato anche ad amare senza confini.

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Jamie Foxx con la figlia Corinne, 22 anni, modella.

È il momento della domanda impertinente. Se adesso fosse innamorato, penserebbe al matrimonio?

Ci penso, anche se questo non significa che abbia intenzione di farlo… (Ride e per un attimo lo spirito di Katie Holmes aleggia nella stanza, ndr). Per me è l'amore che conta, innanzitutto. Sono i sentimenti, quelli veri, che tengono davvero legate due persone. Non c'è bisogno di dichiarazioni pubbliche, anche perché mi considero un tipo molto leale e affidabile. Chi mi sta intorno sa di poter sempre contare su di me, perché per me un uomo vero è colui che sa assumersi le proprie responsabilità.

Quest'anno compirà 50 anni, non teme di invecchiare?

Non faccia come mia figlia, che mi domanda sempre quando comincerò finalmente a comportarmi come un uomo della mia età! Vede, io non credo esista un'etichetta per definire i periodi della vita: 30, 40, 50… Io ho lo stesso entusiasmo di quando ero ragazzo! È la passione la forza che mi guida, lo è sempre stata. Inoltre, professionalmente non penso di dover temere molto: ci sono tantissimi attori bianchi, ma pochi afro-americani. Ho la sensazione che ci sarà sempre lavoro per me.

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Con Barack Obama nel 2010, all\'Università del Sud California.

Lei è stato un grande sostenitore di Barack Obama. Adesso però c'è Donald Trump, molti si preoccupano che possa legittimare atteggiamenti razzisti. Cosa si augura per il futuro?

Credo molto nel talento, ma penso sia importante che tutti ricevano una buona educazione, perché solo così si può garantire un'uguaglianza vera, e realizzare una società in cui tutti sono messi in grado di fare la differenza. Perché è vero, il mondo sta vivendo un periodo di terribile debolezza: è un momento cruciale della nostra storia. Ed è proprio per questo che servono menti forti e determinate, capaci di combattere per costruire un futuro migliore.