«Non mi piace svegliarmi e non avere niente da fare e nemmeno andare a dormire senza aver concluso alcunché», ha confessato Jennifer Lawrence in un'intervista recente, confermando la sua fama di donna pragmatica e determinata. Sicché proviamoci, a immaginarla come un'apina operosa che s'arrampica, dalla più tenera età, al ritmo di un gradino al giorno, sulla ripida e sdrucciolevole rampa dello showbiz: qualcosa non torna.

Viene comunque difficile comprendere come diavolo sia arrivata, questa fanciulla cresciuta in una fattoria di Louisville, Kentucky, ad accreditarsi, a soli 26 anni, come l'attrice più pagata di Hollywood (per il secondo anno di seguito); la più amata dal pubblico, dalle donne e persino dalla critica; la più idolatrata dagli stilisti (è il volto di Dior), già titolare di un Oscar (per Il lato positivo) e tre nomination, altrettanti Golden Globes e molto altro. Che ha polverizzato, per precocità, le più celebrate dive del cinema, senza piegarsi alle logiche dello star system. Riplasmando anzi, sulla base dell'indisponibilità ai compromessi, il modello aspirazionale di ogni attrice millennial da qui in poi.

Jennifer Lawrence in una scena della saga Hunger games.pinterest
Jennifer Lawrence in una scena della saga Hunger games.

Viene difficile, a meno di non ipotizzare che l'apprendistato nei panni della pasionaria Katniss Everdeen della saga di Hunger games, esempio di empowerment per tutte le ragazzine del pianeta, che tutte le prove di forza inguainata nel latex della supereroina Marvel, insomma tutti i ruoli di ragazze toste che le hanno affidato, dalla ragazzina autarchica e coraggiosa di Un gelido inverno all'imprenditrice-inventrice di Joy, siano stati, per un temperamento esplosivo come il suo, una prodigiosa rampa di lancio per sfondare come un missile il firmamento di cartapesta di Hollywood.

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Jennifer Lawrence, 26 anni, con Chris Pratt in Passengers.

Di più: il propellente che l'ha resa un'artista sensuale e assertiva, un'agguerrita icona femminista, una insomma che spacca e ha rivoluzionato il modo di essere star, mostrandosi autentica e combattiva. Come quando ha denunciato, in una lettera su Lenny, newsletter animata dalla sceneggiatrice e regista Lena Dunham, la diseguaglianza di stipendi e trattamento tra attori e attrici a Hollywood, e più in generale la pericolosa condiscendenza delle donne quando si tratta di negoziare. E forse sono proprio quel suo stare ostinatamente fuori dal coro, la sana irriverenza, a guadagnarle il rispetto di pubblico, addetti ai lavori e fashion guru. L'abnegazione con cui protegge la vita privata, su cui si specula parecchio e pochissimo si sa, è il suo secondo capolavoro. Niente a che fare con il personaggio che interpreta accanto a Chris Pratt in Passengers (ora al cinema): una giornalista irrequieta e curiosa, disposta a lasciarsi alle spalle tutti gli affetti pur di affrontare in esclusiva un viaggio nello spazio lungo un secolo.

Che cosa l'ha attirata di questo ruolo?

Ho trovato intriganti i personaggi: decidere di affrontare un viaggio di 120 anni, sapendo che, quando tornerai a casa, tutti quelli che conosci saranno morti. Rischiare la vita per iniziare una nuova esistenza in un altro pianeta... Gente che prende decisioni del genere non la incontri mica tutti i giorni.

Lei lo farebbe?

Interpretandola, sono riuscita a immaginare come si deve essere sentita la mia Aurora e anche a comprendere la sete di conoscenza, la curiosità che la muovono, ma personalmente non credo di essere in grado di prendere decisioni così definitive. Forse dipende da quante cose brutte ti lasci sulla Terra.

O da quelle che trovi sulla nave su cui ti imbarchi.

Si tratta di un'astronave di gran lusso, per crociere spaziali, con tanto di ponti panoramici, cinema e stanze con ogni comfort, almeno per me che sono una passeggera; ma Chris Pratt è un membro dell'equipaggio: lui per colazione può avere solo caffè nero e farina d'avena.

Il vostro primo incontro è un po' brutale.

Un imprevisto ci risveglia prima del tempo dall'ibernazione, solo noi due tra tutti i passeggeri. All'inizio siamo molto confusi. Col tempo, però, Aurora comincia a provare qualcosa per Jim.

Come spesso capita alle donne, diventa più forte quando accetta la situazione.

Se hai trascorso, come lei, tutta la vita a rincorrere qualcosa che riempia il vuoto incolmabile che ti porti dentro, sapere di non poter andare da nessuna parte può darti un'illusione di stabilità. Aurora non si innamorerebbe mai di uno come Jim sulla Terra, è troppo irrequieta: sentirsi in trappola la tranquillizza.

L'ha detto a Chris Pratt? Non si sarà mica offeso?

È davvero interessante confrontarsi con lui, è un tipo divertente, sveglio e sicuro di sé. Decisamente diverso dal suo personaggio, che probabilmente non ha mai avuto una ragazza e non sa davvero come comportarsi con una donna intorno. Tutto questo fa molta tenerezza ma non c'entra davvero niente con Chris, che è sposato e piuttosto disinvolto: grazie al cielo gli sceneggiatori hanno fatto un lavoro eccellente, i nostri personaggi sono davvero credibili.

Ha gratitudine anche per la scena in cui è immersa in tutta quell'acqua?

Forse è stata la cosa più difficile che abbia mai girato, ho passato un sacco di tempo dentro una piscina con l'acqua che mi entrava nel naso, dappertutto.

È bella anche la sequenza del ballo. Chi è più bravo?

Chris Pratt tutta la vita, è una galassia avanti a me.

Siete solo voi due per un tempo lunghissimo: come siete riusciti a tenere sempre alta la tensione?

Chris è un collega serissimo, è tutto merito suo, è il più grande lavoratore che abbia mai incontrato in vita mia, includendo le troupe al completo. Una volta, alle quattro del mattino, ho dovuto pregarlo di smettere di essere così allegro, era insostenibile: io ero uno straccio.

Perché pensa che la gente si appassioni tanto all'idea di viaggiare nello spazio?

Sa, è quella cosa che chiamano escapismo, la fuga dalla realtà. La gente è spaventata, spesso a disagio. Che cosa ti spinge a viaggiare a bordo di carri o altri mezzi di fortuna verso Dio sa dove, in Paesi in cui non sei mai stato prima? Una cosa umanissima: l'istinto. La speranza di trovarci qualcosa di meglio.