Nel 2015, in occasione dei suoi 40 anni, festeggiati il 26 marzo, e dell'uscita del libro di Roberto Bolle, Viaggio nella bellezza (Rizzoli), con le foto di Fabrizio Ferri e Luciano Romano, Gioia! ha incontrato il ballerino venerato in tutto il mondo come una rockstar, per parlare di danza, della sua vita nomade, di famiglia, del tempo che passa, e naturalmente di bellezza ed emozione. Vi riproponiamo quell'intervista alla vigilia dell'evento televisivo Roberto Bolle - La mia danza libera, in onda sabato 8 ottobre 2016 in prima serata su RaiUno: uno show esclusivo con l'Étoile dei due mondi insieme a grandi ospiti internazionali.

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Parlare con Roberto Bolle senza poterlo vedere è come ammalarsi in vacanza, come entrare in pasticceria e doversi accontentare del profumo dei dolci: una beffa crudele. Lo scherzo di una sorte infingarda alla quale non ho modo di sottrarmi, e che in più si accanisce mettendomi sotto gli occhi, al posto dell'originale, le foto scattate tra le rovine di Pompei da Fabrizio Ferri e Luciano Romano, che troviamo nel nuovo libro di Bolle, Viaggio nella bellezza (Rizzoli).

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Bolle è di ritorno da Tel Aviv, in tempo per festeggiare in famiglia i 40 anni – cifra tonda che l'anagrafe osa attribuirgli dal 26 marzo contro ogni evidenza.

Con il cuore un po' ammaccato ascolto la sua voce, eco del corpo che non vedo e dell'anima gentile che lo abita. Comincia dal libro che ha voluto perché «l'Italia ha bisogno di bellezza per rinascere. Bisogna andare all'estero per rendersene conto. Se si parla di arte, essere italiani è un punto di merito. E non c'è americano che non ti faccia una testa così su quanto è bello il nostro Paese. Poi però tirano fuori l'instabilità, le regole ad personam, il modo di fare furbetto e un po' ti vergogni».

Che cos'è per lei la bellezza?

L'emozione che ti colpisce quando vedi qualcuno o qualcosa. La inseguo da sempre, con la mia arte e la mia vita. La danza è un'arte bella, che si fa in luoghi belli, con corpi che emanano grazia. La bellezza guida i miei passi.

Un corpo come il suo aiuta.

Quello è un dono di natura. Ma nessuno conosce la fatica che sta dietro a un corpo come il mio, tutto il dolore di cui è fatta la leggerezza e l'armonia che mi vedete addosso. Forgiare il corpo, salire sulla punta dei piedi, ruotare la gambe oltre i limiti delle articolazioni è una sofferenza che non ti abbandona. Il limite si sposta e tu lo insegui.

Lo fa da quando era piccolo. Che cosa spinge un bambino a sopportare il dolore?

La passione. È quello che non ti fa pesare scelte che non c'entrano nulla con la spensieratezza dei 10-11 anni. Io passavo le mie giornate a studiare ballo o a fare i compiti di scuola. Vivevo in casa di una signora anziana, lontano dalla mia famiglia, mangiavo da solo e morivo dalla nostalgia di casa. La solitudine è il prezzo che ho dovuto pagare per arrivare fin qui.

Per qualcuno la solitudine può diventare una droga.

È parte di me e non la ripudio. A volte mi è necessaria.

A 40 anni gli atleti sono fuori tempo massimo. I ballerini?

Siamo avvantaggiati rispetto agli atleti perché non è solo una questione fisica: l'arte e l'interpretazione durano di più. La vita entra sul palcoscenico e dà verità. Romeo che faccio oggi è diverso da quello che facevo a 20 anni perché, nel frattempo, ho amato, sofferto, vissuto.

Il corpo però ha le sue leggi.

Da giovane sei flessibile, balli e basta. Oggi devo fare riscaldamento e sedute interminabili di stretching. Ma a 40 anni conosci il tuo corpo: sai che cosa gli è necessario per funzionare, il carburante che gli serve. Il tempo pesa, ma sai tirare fuori il massimo dalla tua macchina.

Infatti nessuno ha detto: Bolle è vecchio.

Il mio mondo è impietoso, nessuno ti regala nulla. Ogni volta devi dimostrare di essere il numero uno. Ma per ora non mi pesa. E posso dire di essere un uomo felice.

Una famiglia non le manca?

Con una carriera come la mia, la vita privata è da sempre in secondo piano. Un prezzo lo devi pagare.

Quand'è il momento di dire basta?

Prima che la gente in scena non ti riconosca più. Io non ho obblighi o persone che dipendano da me: potrei smettere domani. Ma sono ancora orgoglioso di quello che faccio: ho avuto una carriera più lunga e più felice di quanto potessi immaginare. Un giorno smetterò e farò altro. Ma quel giorno non è ancora arrivato.