Cinema, letteratura, arte, musica, viaggi, fotografia… Non c'è un argomento su cui Ewan McGregor non vanti una certa competenza. «La matematica e i numeri, forse? Mai stati il mio forte!», butta lì ridendo. A 45 anni compiuti ha guadagnato il fascino dell'uomo maturo, ma non ha perso quello spirito selvaggio e turbolento che l'ha sempre distinto tra le star di Hollywood. Si è presentato infatti nella hall del Montage Hotel a Beverly Hills, dove lo attendevo, coi capelli arruffati e una giacca da motociclista. 

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«Perdoni il ritardo», ha sibilato trafelato arrivando una manciata di minuti dopo l'ora fissata. «Faccio una doccia al volo e sono pronto in un attimo». Detto, fatto: è ricomparso poco dopo in doppiopetto, cravatta e capelli pettinati all'indietro, gli occhi azzurrissimi accesi dall'entusiasmo per la serata di gala della sua Go Campaign (gocampaign.org), associazione benefica di cui è ambasciatore per tutto il 2016. «E oltre, spero... » aggiunge, mentre con modi da gentleman prova ancora a giustificarsi dell'inconsistente ritardo. «Se posso, cerco di muovermi quasi ogni giorno con la mia moto. Mi aiuta a scaricare la tensione... Il vento tra i capelli, la strada e l'orizzonte davanti a me. Sono emozioni impagabili che mi fanno dimenticare tutto, almeno finché dura la corsa», confessa. 

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Ewan McGregor nel 2007 con i suoi produttori durante la Long way down, gara motociclistica dalla Scozia al Sudafrica.

«A volte mi manca la Scozia, dove sono nato e cresciuto, ma della California amo il clima, la natura, le spiagge spettacolari. Posso saltare quasi ogni giorno sulla moto per andare al lavoro, quando me lo permettono i tempi». È un periodo particolarmente intenso per McGregor: nel 2017 uscirà finalmente il suo primo film da regista, American pastoral, tratto dall'ominimo romanzo di Philip Roth, oltre a Miles ahead, presentato al Sundance Film Festival 2016, diretto e interpretato da Don Cheadle nei panni del jazzista Miles Davis, e soprattutto Trainspotting 2, il seguito del film di Danny Boyle che l'ha reso famoso. In Italia lo abbiamo appena visto in Il traditore tipo (foto sotto), storia di due fidanzati che, durante una vacanza, restano coinvolti in una vicenda di spionaggio internazionale.

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Ewan Mc Gregor sul set del film Il traditore tipo.

La sua Go Campaign si impegna nell'aiutare i bambini del Terzo mondo a ricevere un'educazione.

È un'attività che mi coinvolge molto, con tanti amici, tra cui mia moglie (la francese Eve Mavrakis, designer alla produzione conosciuta su un set e sposata nel 1995, ndr). Lavoro pure con l'Unicef, mi dà gioia sapere di poter cambiare la vita dei bambini bisognosi. E con Go Campaign ho la possibilità di seguire anche tutti i loro progressi. 

È la paternità a renderla responsabile? (con la moglie Eve hanno quattro figlie: Clara Mathilda, Esther Rose, e Jamiyan e Annouk, adottate, ndr).

Sono stato talmente fortunato nella mia esistenza... Certo, come padre mi sento vicino ai bambini di tutto il mondo: la loro incantevole innocenza purtroppo li rende incapaci di difendersi da soli, sono le prime vittime di ogni situazione drammatica. Come star so che cinque minuti del mio tempo possono attirare l'attenzione di milioni di persone. È naturale che senta la responsabilità di fare qualcosa.  

La vedremo presto anche nel nuovo film di Rodrigo Garcia, Last days in the desert.

Dove recito sia nei panni di Gesù che di Lucifero. La trama tratta del rapporto tra genitori e figli, oltre che di quello tra bene e male. Desideravo da tempo collaborare con il regista, che è figlio del grande Gabriel Garcia Marquez, un uomo dotato di un'incredibile sensibilità.

Ma anche lei ha il cinema nel sangue. 

A cinque anni volevo già fare l'attore e a dieci, appena potevo, andavo a teatro a Londra con i miei, che erano insegnanti. Ma è stato uno zio attore a ispirarmi: era un tipo straordinario ed eccentrico, molto diverso dalle persone che incontravo nel piccolo paesino della Scozia dove sono cresciuto, perso tra greggi di pecore e colline verdi... 

Recitava nella trilogia originale di Guerre stellari. Era destino che lei diventasse Obi-Wan Kenobi. 

Un destino stellare. Ora sto girando per Disney il musical Beauty and the beast (previsto nel 2017, ndr); se decidono di lanciarmi ancora nello spazio, consideratemi a bordo.

E intanto è alla sua prima prova da regista.

Un'esperienza straordinaria, ho cercato di dare più libertà possibile agli attori, tra gli altri Dakota Fanning e Jennifer Connelly. Mi pare che si siano divertiti, conto di rifarlo.

La considerano un sex symbol, ma è sposato da anni con la stessa donna. E per lavoro è sempre in viaggio, come fa a mantenere un equilibrio con la famiglia?

Io e Eve ci conosciamo da tanto tempo e la nostra relazione si basa sulla complicità e sul lasciarci reciprocamente una certa libertà. E poi le nostre figlie ci tengono davvero impegnati. Sono felice di averle nella mia vita... Insieme a Sid, il cane fedele, che mi porto dietro anche in bicicletta. Siamo in profonda connessione, al punto che, quando sono in giro per il mondo e parlo su Skype con la famiglia, chiedo sempre di mostrarmi anche lui!