Qualche settimana fa, a Glastonbury, Johnny Depp si è messo a parlare di Donald Trump. Senza una ragione: probabilmente voleva fare il brillante, ed è facile sembrare più brillanti di Trump. «Credo che abbia bisogno di aiuto, e ci sono un sacco di bei posti tenebrosi dove potrebbe andare», ha detto. «Non voglio insinuare niente ma… quando è stata l'ultima volta che un attore ha ammazzato un presidente?» (nota per le secchione: nel 1865, l'assassinio di Abraham Lincoln per mano del codardo John Wilkes Booth). Al Donald non è sembrato vero di poter fare la vittima – le minacce al presidente sono un reato! – e Depp non ha più la stoffa dell'insolente: si è molto scusato, era una battuta infelice. Certo: per essere tu quello che fa una battuta infelice su Donald Trump, devi essere parecchio infelice. Ma nessuno è rimasto sorpreso: sono anni che Johnny Depp è più imbarazzante che dannato. Precisamente: da quella volta dei cani.

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Johnny Depp (54 anni) al Festival di Glastonbury a giugno 2017.

È il 2015, e Johnny Depp ha ancora una reputazione. È uno degli attori più pagati del mondo, e contestualmente uno dei più chiacchierati: ha lasciato la bonne vie del pirata di famiglia per godersi la mezz'età con Amber Heard, niente che un divo commercializzato maledetto non sia autorizzato a fare. È in Australia per girare il milionesimo episodio dei Pirati dei Caraibi, e dal set arrivano notizie sostanzialmente innocue: Depp è umorale ma pieno di entusiasmo, in perenne ritardo ma gentile con tutti (saluta sempre). A un certo punto si fa male a una mano. Come: non è chiaro. Nessuno chiama un dottore, forse è stata una porta. Rientra a Los Angeles per farsi operare e quando torna a Brisbane si porta dietro anche i due cani, che però alla dogana non dichiara per la quarantena obbligatoria. Quando i clandestini vengono scoperti – non era difficile: c'erano le foto su Facebook – lui cade dalle nuvole, lei si prende la multa, insieme sono costretti a registrare un desolante video di scuse. È l'ultima volta che Johnny e Amber si fanno vedere insieme.

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Johnny Depp con Amber Heard nel febbraio 2016: si sono sposati nel 2015 e hanno divorziato l\'anno dopo.

Il 2016 è un anno piuttosto pieno. A gennaio Johnny Depp licenzia il manager Joel Mandel, che gestisce i suoi interessi dal 1999. A maggio Amber Heard chiede il divorzio e un'ingiunzione restrittiva accusandolo di essere violento; a giugno si prende della «cacciatrice di dote», fa pubblicare le foto dei suoi lividi e rinuncia agli alimenti; ad agosto racconta la sua versione del ferimento alla mano – sono cose che capitano quando ti metti a sfasciare vetri da ubriaco, dice – e ottiene sette milioni di risarcimento, che dà in beneficenza alle vittime di abusi. Il patrimonio di Depp è stato appena stimato intorno ai 450 milioni di dollari – occorreva contestualizzare un divorzio all'ultimo sangue e nessun pre-nup – ma a ottobre Tmg, la società dei fratelli Mandel, avvia una procedura di pignoramento contro Depp per rientrare di un debito di oltre quattro milioni di dollari.

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L\'attore con Winona Ryder, nel 1990: fecero coppia dal 1988 al 1993.

Debito? Ma come: debito? Depp fattura decine di milioni l'anno, e pure se gli ultimi film sono andati maluccio – Mortdecai, Black mass, Alice attraverso lo specchio – rimane comunque affezionato proprietario di case, castelli, poderose collezioni d'arte, e dell'arcipelago caraibico di Fuck Off. Lui si dichiara prontamente vittima degli aguzzini, e fa causa a Tmg per «negligenza, frode e violazione degli obblighi fiduciari». È a questo punto che i Mandel perdono ogni aplomb, e rispondono con un'avvincentissima controquerela che si legge d'un fiato come quei romanzi sulla vita segreta delle celebrità.

È a questo punto che Johnny Depp smette di essere Johnny Depp, e diventa il personaggio di un film con Johnny Depp

Il titolo potrebbe essere No good deed goes unpunished, nessuna buona azione resta impunita: il tormentone delle 38 pagine con cui gli amministratori del marchio Johnny Depp – metà commercialisti, metà assistenti sociali, maggiordomi q.b. – vogliono dimostrare come, negli ultimi 17 anni, abbiano fatto «di tutto per proteggere Depp dal suo sperpero dissoluto e irresponsabile». Loro glielo avevano detto che 30.000 dollari al mese di vino «non sono un investimento, se lo bevi appena lo compri», né sono un costo professionale le centinaia di migliaia di dollari spese per un suggeritore che gli risparmi il disturbo di imparare le battute. In cambio sostengono di aver ottenuto solo sfuriate oscene e tronfi elenchi degli ingaggi (lordi) previsti. Non mi sono ancora rassegnata io, a calcolare il netto prima di andare per negozi, figuriamoci lui.

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Depp con Kate Moss, nel 1995: è stata la sua compagna dal 1994 al 1998.

Essere Johnny Depp richiede un inarrestabile esercizio di mitomania. Nell'unica intervista rilasciata sull'argomento, al Wall Street Journal, Depp dice che i soldi sono suoi e ci fa quello che gli pare – dategli torto – e poi si vanta di aver speso cinque milioni di dollari per spargere le ceneri di Hunter S. Thompson, quello di Paura e delirio a Las Vegas, con un cannone su misura. I milioni erano solo tre, rivelano i Mandel: un'ulteriore dimostrazione di arroganza «lampante e leggendaria». Ma anche al netto della sbruffoneria, per mantenere questo stile di vita «ultra-stravagante, Depp spendeva oltre due milioni al mese quando non poteva permetterselo». Per questo è pieno di debiti, mica per colpa loro. Anzi, gli hanno pure prestato quei milioni: adesso li rivorrebbero indietro.

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Nel 2004 con la moglie Vanessa Paradis, da cui ha avuto due figli: Lily Rose e John Jack Christopher.

E i soldi non sono tutto: «Negli ultimi anni, Depp ha ripetutamente e sistematicamente mentito al pubblico e alle autorità, e preteso che impiegati, familiari e amici mentissero in sua difesa. Questo è il suo abituale modus operandi ogni volta che deve assumersi la responsabilità di una condotta ignobile e deprimente». Pertanto: quella volta dei cani, Depp ci ha marciato – chi l'avrebbe mai detto. Ma soprattutto: sì, Johnny Depp menava Amber Heard – altro che cacciatrice di dote. Purtroppo loro lo hanno capito solo dopo, quando l'inveterata abitudine di Depp a incolpare le vittime per salvarsi la pelle li ha coinvolti direttamente. Succede – ahimè – ai benefattori incompresi.

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Johnny Depp in concerto a Los Angeles nel 2012.

A stabilire se Johnny Depp sia un pollo spennato dal gatto e dalla volpe o un furfante pieno di inventiva sarà un processo: per il momento il giudice ha solo deciso che essere spendaccione non impedisce di essere truffato, quindi quella lista di spese folli è di fatto irrilevante (ma grazie lo stesso); il resto si dibatterà a gennaio 2018. Fino ad allora può succedere di tutto. E se questo fosse un film con Johnny Depp, non escluderei l'arrembaggio finale: non voglio insinuare niente, ma... quando è stata l'ultima volta che un attore ha ammazzato un presidente? «Io mica sono un attore», si concludeva il siparietto di Glastonbury. «Sono solo uno che di mestiere racconta bugie».