Nell'ultimo periodo della sua vita Paolo Villaggio, morto oggi a Roma all'età di 84 anni, si dilettava a mostrare sul red carpet dei dettagli di stile importanti. In genere si trattava di ampie tuniche simili a quelle che portano gli uomini dell'Africa nera; spesso abbinate a blazer ton sur ton, a una fusciacca rigorosamente bianca ("fa chic") e a sneakers vistose, con calzette in spugna in vista, nel rispetto di un vero hipster newyorkese. Eppure, scherzi a parte, il bagaglio che Paolo Villaggio, nato a Genova nel 1932, ci ha lasciato è tutt'altro che cosmopolita, se pensiamo che lui e la sua crudele ironia, sono stati la fotocopia dei vizi di un'Italia intera. Nel più totale rispetto di un campanilismo esasperato e tragicamente reale. Totalmente italiano.

Pope, Outerwear, Robe, Priesthood, pinterest
Footwear, White, Shoe, Green, Yellow, Ankle, Human leg, Leg, Plimsoll shoe, Sneakers, pinterest

Quella tratteggiata dai personaggi interpretati da Paolo Villaggio è un'Italia tragicomica che a riguardarla ora fa sorridere (ma che forse a guardarne le conseguenze mica tanto), un teatro dell'assurdo iper-reale che lui ha sempre ammesso non lo divertisse né facesse ridere. Un'Italia assurda e verosimile che si traduce nel suo potenziale in un neologismo: "fantozziano", che dal suo Ragionier Fantozzi in maglietta bianca della salute e pantaloni "ascellari" ha visto la luce. Eppure, quell'uomo lì: un po' tontolone, un po' "Renzo", un po' "sessuomane", sempre "sottomesso" a vita, morte e miracoli, rappresenta, sondaggi alla mano, quanto di più fastidioso il cinema italiano abbia mai prodotto. Fastidioso soprattutto per le donne, pare, cresciute con il sottofondo musicale di un Fantozzi in tv da (non) guardare mai con reale attenzione. Eppure, eppure, eppure: quel "Fantozzi sfigato e felice rende i poveri orgogliosi" (questo lo diceva proprio lui).

youtubeView full post on Youtube

"Esorcizzavamo la paura dell'italiano medio di non sopravvivere alla durezza della vita consumistica: la vacanza, l'auto, il parcheggio", aveva dichiarato in una delle sue interviste più recenti. La comicità non era fine a se stessa. E ironia della sorte, aveva così continuato:

"Punto molto sui funerali. Non dico ben venga la morte, l'unico vero bene è aver vissuto felice, ma adesso il funerale è il problema. Dopo quelli di Sordi, a Roma non si può più. Anche a Genova, dopo quelli di De André, non c'è più storia. Devo trovare una persona che me li organizzi per benino, oppure niente. Scomparire completamente, non dare nemmeno la notizia. Però mi dispiacerebbe perdere la possibilità di scrivermi il coccodrillo per Repubblica o il Corriere". Che dire, caro Paolo, a far ridere sei stato bravo fino alla fine.