Premessa: credo che i vaccini siano fondamentali e per questo ho scrupolosamente vaccinato i miei tre figli. Non solo. Penso che gridare «libertà» contestando l'obbligo vaccinale sia un classico abuso di diritto: non si può essere liberi a discapito di altri, lo dobbiamo essere tutti assieme. Perché l'esercizio della tua libertà non può arrecare danno alla salute mia o dei miei figli. Ecco, una volta chiarito tutto questo, lasciatemi esprimere un dubbio sui moti di isteria collettiva che si scatenano ogni volta che l'informazione televisiva si occupa di vaccini e antivaccini.

Il meccanismo è sempre lo stesso: se tu trasmetti un servizio nel quale dai spazio alle tesi cosiddette «antivax», cioè critiche contro i farmaci immunizzanti, immediatamente vieni accusato di flirtare coi nemici della scienza e attentare alla salute dei bambini. Non solo. I luminari dei vaccini si rifiutano categoricamente di confrontarsi con servizi o ospiti critici . «La scienza non è democratica», ha scritto il professor Burioni, un'autentica autorità in materia di vaccinazioni, reagendo ai messaggi su Facebook di improvvisati sapientoni.

Ha ragione, non si possono mettere sullo stesso piano medici che hanno studiato decenni e pubblicato studi autorevoli in materia con chi pensa di possedere la verità semplicemente caracollando su Google. Ma chiunque creda nella supremazia della conoscenza, che sia uno scienziato o un giornalista, tenga a mente questo: se sempre più italiani non vaccinano i loro figli, occorre prima indagarne le ragioni, poi contrastarle.

Negando spazio alle tesi antivax in tv, contribuiremo alla creazione sul Web di un universo parallelo che farà del sentimento di esclusione ragione di forza. Conoscere e diffondere per confutare. Senza censure, senza snobismo. È la via più semplice e diretta per combattere paure e complottismi.