Non sono anni facili per rimanere zitello, figuriamoci se sei principe, ragionevolmente figo (per essere uno Windsor) e hai appena compiuto 31 anni.
Prima dell'estate Harry – che, non fosse troppo impegnato a godersi il ruolo di cadetto con delega ai giovani, potrebbe persino spazientirsi per le continue battute sull'assenza di fidanzata – ha cercato di liquidare la questione: «Sto bene così, lo giuro. Non sono Bridget Jones».
È stato allora che ho capito: Harry è esattamente Bridget Jones. Goffo, cialtrone, volentieri ubriaco, perlopiù miracolato. E da qualche anno incastrato nella casella senza speranze dello zio giocherellone.
Ma soprattutto: eternamente combattuto tra due finali possibili, come Bridget Jones. Felice e contento insieme a Chelsy Davy, il primo amore milionario, che lo mollò nel 2011 perché non voleva finire a fare la principessa; oppure felice e contento insieme a Cressida Bonas, la ballerina aristocratica, che lo mollò nel 2014 perché non voleva finire a fare la principessa. (Non ci sono più le favole di una volta).
Tornato in Inghilterra dopo tre mesi di vacanza studio in Africa– in quanto principe concupiscibile, Harry ha deciso di occuparsi di specie in via d'estinzione – è bastato si facesse vedere con la barba da sex symbol perché i due ritorni di fiamma gli venissero attribuiti. Pressoché contemporaneamente.
Prima Chelsy, che essendo proprietaria terriera in Zimbabwe lo avrebbe incontrato quest'estate: segretamente. Poi Cressida, che essendo festaiola in Londra avrebbe festeggiato con lui – e altri amici, meno degni di nota – il compleanno (e per l'occasione mollato il fidanzato in carica).
È per questo che ci si appassiona alle famiglie reali: si accoppiano tra archetipi, e c'è sempre un seguito in lavorazione.
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