Con piglio scarsamente supereroico, prima di ogni intervista a corredo di Batman V Superman: dawn of justice, Ben Affleck ha fatto sapere che non avrebbe discusso la sua vita privata. Come se le autobiografiche riflessioni sulla psicologia del più depresso tra i giustizieri in calzamaglia potessero, per un pubblico qualunque, risultare più avvincenti di tutta la verità sulla triste e assai credibile storia dell'attore in crisi di mezz'età e la babysitter snaturata. (Ripasso per le smemorate: a giugno, dopo dieci anni di matrimonio, Ben Affeck e Jennifer Garner hanno congiuntamente annunciato il divorzio; a luglio, come in un libro scritto male, abbiamo saputo che Affleck si era individualmente a lungo intrattenuto con la bionda e spigliata tata di casa).

Ma con il preciso talento delle ex mogli per il dispetto, Jennifer Garner ha scelto proprio questo periodo per raccontare nel dettaglio a Vanity fair Usa la sua versione dei fatti, riassumibile con buona approssimazione in «Sì, è un cretino; ma era il mio cretino e gli ho voluto bene». Lui ha replicato confermandole immutata stima. Che altro poteva fare? Una delle fondamentali regole di Eli Gold, lo stratega della comunicazione nella serie tv The good wife, sancisce suppergiù: «Se non vuoi che una storia si sappia, devi essere il primo a raccontarla». Ben Affleck ha perso questo privilegio: per tutti ormai lui è il (fedifrago) cretino. La ragione per cui non risponde a ulteriori domande è che, sull'argomento, non c'è altro da aggiungere.