Cara Kate,

non tagliare i tuoi capelli mai.

E mangia pure quanto ti pare, tanto per tutti sempre sarai tutt'ossa. Quella che quando le chiesero se avesse regole di vita – a te: una modella famosa per parlare il meno possibile, rimanendo il più inaccessibile possibile – rispose «Niente sa di buono quanto sentirsi magra», assicurando contemporaneamente il fatturato annuale all'industria degli indignati e a quella dei produttori di spillette motivazionali.

Da qualche anno, avrai notato, hai cambiato casella esistenziale. Non sei più una top model scheletrica, non sei più una drogata saccente, non sei neanche più un'icona da celebrare solo ai compleanni. Sei diventata una vecchia. Peggio: una vecchia che non si rassegna. Come diavolo ti è saltato in mente di uscire per Londra con un vestito trasparente e i capezzoli all'aria? Non sai che alla tua età bisogna cominciare a vestirsi come la regina Elisabetta? (L'altra Kate, quella Middleton, si è già portata avanti).

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Sono diventata vecchia la prima volta quando mi sono accorta che, nell'estratto conto della mia carta di credito, le spese di manutenzione straordinaria avevano superato quelle di guardaroba anche nei mesi di cambio di stagione. Anzi: soprattutto nei mesi di cambio di stagione. La dermatologa mi chiama per nome e il parrucchiere mi fa gli auguri di compleanno: non c'è niente di straordinario nella mia manutenzione. Come ogni cosa, l'ha detta meglio di tutte Nora Ephron: sono a otto ore a settimana – più una cifra che non intendo divulgare – dal sembrare la barbona dietro l'angolo.

Il che probabilmente rende anche me, nel mio minuscolo, «una vecchia che non si rassegna». E sì che per me sarebbe facile: mica sono mai stata Kate Moss. Ma non sono neanche mai stata una di quelle signore in bicicletta che la mattina presto vanno a yoga con l'Internazionale e il caschetto grigio che rimbalza. Ogni giorno prima di colazione sciolgo la curcuma nel latte di mandorla; prendo le vitamine, il magnesio, il collagene; e poi mi raccomando al dio delle oche: fa' che funzioni.

Sono diventata vecchia la seconda volta – più saggia – quando ho capito che, così come non ti somigliavo a vent'anni, non ti somiglierò neanche a cinquanta, Kate. Io estirpo inorridita i peli bianchi – che schifo – ma in fondo della mia vecchiaia importa solo a me. Tu hai incarnato l'ideale di un'epoca: perché dovresti rassegnarti a diventare vecchia come una qualunque? Se avessi speso gli stessi soldi – e tempo, e fatica – in diamanti, troverei perfettamente appropriato mandarti a fare la spesa con la corona.