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In una serie americana sulle vite sentimentali dei trentenni, Master of none (nella foto una scena dello show di Netflix, ndr), ho scoperto la trattativa. Lei è molto disordinata, lui è un gran precisetti: la convivenza è tutta uno sbuffo sulla questione del mettere a posto. La trattativa stabilisce che chi dei due lascerà i vestiti sul pavimento dovrà all'altro una sessione di sesso orale. Tra le altre cose, la scena ha il merito di ristabilire una verità troppo a lungo nascosta sotto strati di simulazione. Dopo decenni di bugie e di donne e uomini pronti a giurare che a loro piace moltissimo farlo, è proprio una cosa che non vedono l'ora di concedere, Master of none dà infine all'infilarsi altrui genitali in bocca un senso più plausibile: quello di pegno per una scommessa perduta.

Nella tradizione narrativa, funziona al contrario: il marito non fa le cose – le più varie: portare giù l'umido, mettere in vendita la casa al mare, dire alla suocera che neanche morti a Natale andiamo da lei – e la moglie lo punisce con delle emicranie dal tempismo perfetto. Su «Stasera no, caro: ho mal di testa» sono stati costruiti volumi di barzellette e stagioni di commedia all'italiana. Oggi che il sesso ha smesso d'essere considerato una magnanima concessione delle donne agli uomini, resta però il problema di chi non fa le cose. Paola Cortellesi passa Gli ultimi saranno ultimi a dire (invano) ad Alessandro Gassmann di riparare l'antenna. C'è una scena in cui lei torna a casa, cominciano subito a litigare, e il fatto che lui si trovi in poltrona a fissare un televisore su cui c'è scritto «segnale troppo debole» non sembra una clamorosa incongruenza: siamo tutte abituate a uomini che fisserebbero una tv che non va, piuttosto che prendersi il disturbo d'aggiustarla.

Io sono talmente della linea «si fa prima a far da sole che a ripetere esasperate che c'è la tal cosa da fare» che m'innervosisco anche quando sento le mie amiche chiedere sette volte al marito di fare qualcosa (credo sia una prova di forza: se fai quel che volevo venisse fatto, sebbene con settimane di ritardo e dopo molte piazzate, ho comunque vinto io). Resta però il problema di quelli che non sono mariti, e dei quali non possiamo sostituire le competenze. Ho appena mandato al commercialista una mail per ricordargli che non ha risposto all'sms con cui gli facevo presente che non s'era degnato di rispondermi sul pagamento d'una cartella esattoriale. Per quando mi deciderò a chiamarlo, la cartella sarà scaduta, e io avrò una crisi isterica. Però ho trovato la soluzione, forse; meglio del sesso orale sono gli interessi passivi: d'ora in poi, per ogni volta che devo ripetere le mie richieste a un professionista, me la prendo d'un mese più comoda nel pagargli le fatture. Poi vi dico se funziona.