Non l'ha fatto per prendere finalmente l'Oscar, no. Leonardo DiCaprio l'ha fatto, questo film in cui un orso gli fa una tracheotomia, e lui dorme dentro una carcassa di cavallo, e mangia bufali crudi senza posate, per rispondere alla nostra disperazione.

Per compiacere noialtre che da anni ci lamentiamo di uomini che passano a farsi belli più tempo di noi, che si depilano le sopracciglia, che ci occupano gli scaffali del bagno con le loro creme. L'ha fatto per ricordarci quel dogma che diceva: l'uomo deve puzzare.

Certo, però, anche un po' di moderazione male non farebbe. Perché dopo giorni (settimane? Vai a capire: in un film in cui nessuno fa conversazione, non è mica semplice tenere il conto del tempo) in cui Leonardo con le unghie nere sopravvive nella foresta, dopo giorni in cui digiuna e non per questo sembra perdere mezz'etto (l'uomo deve puzzare e anche avere la pancia, per noialtre che preferiamo Jack Nicholson a David Beckham), dopo un intero film di capelli unti (erano unti anche prima che restasse, dato per morto, a cavarsela nei boschi; un dettaglio d'autore attento alla verosimiglianza: all'inizio dell'Ottocento non è che ci si facesse la messinpiega tre volte a settimana dopo aver applicato una maschera nutriente) – ecco, dopo tutto questo, il nostro debole per il maschio primitivo, per il bruto che non ha neanche lo specchio in casa, per lo zotico mal lavato, beh, quella nostra propensione vacilla pericolosamente.

Il crollo, più ancora di quando s'infila nella carcassa di cavallo come fossero lenzuola fresche di bucato, avviene quando addenta il cadavere di bufalo. Non puoi non pensare: santo cielo, chissà che alito. Non puoi non sorprenderti a considerare, vergognandoti un po' per come stai rinnegando tutto ciò in cui credevi, che forse sarebbe meglio baciare un metrosexual.