Come si distingue una cattiva da un'eroina? Nicole Arbour è una canadese belloccia di quelle che non si capisce che lavoro facciano. Nessuno l'aveva mai sentita nominare come attrice (ha fatto delle particine) o come coreografa, poi si è messa a girare dei video, genere "invettiva spiritosa". Li ha messi su YouTube e l'ultimo l'ha resa la cattiva della settimana: Dear fat people ha, mentre scrivo questa pagina, sei milioni di visualizzazioni sul suo solo canale (che a un certo punto YouTube ha chiuso per le polemiche, e poi riaperto), più quelle sui canali che l'hanno ripresa per insultarla.

Lei mica si sente una stronza: semmai eroica, di quelle che ci dicono le verità scomode e pagano in impopolarità – ma la storia farà giustizia. La sinossi di Dear fat people (Cari ciccioni) è: smettetela di frignare, smettetela di abbuffarvi. Nicole è stufa di venire superata nelle file per i controlli aeroportuali da obesi che vengono ritenuti disabili perché mangiano troppo, stufa di quelli che si offendono se si sentono dire che sono grassi ma moriranno di cuore («Al medico direte che è stato offensivo?»).

Nicole fa di tutto per creare lo scandalo. Sei milioni di visualizzazioni e molti insulti dicono che ha vinto: un'invettiva riuscita è un'invettiva dopo la quale tutti ci tengono a dirti quanto ti disprezzano. Le comiche dicono che non è degna d'appartenere alla loro categoria, le attrici tecnicamente obese e che siamo abituate a definire curvy la accusano di fat-shaming (la specifica forma di bullismo in cui dici ai ciccioni che sono ciccioni). Lei dice che la sua è satira: eccellente scusa per dire cose odiose.

Poi, siccome è sveglia, si gioca la stessa carta di Matteo Renzi. Lui ha risposto alle polemiche per i costi del volo di Stato con cui è andato a vedere la partita tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta dicendo che, se fosse andato a vedere una finale di calcio, nessuno avrebbe detto niente. Risposta così ricattatoria da essere inattaccabile: nessuno vuol fare la parte del maschilista, tutti ammutoliscono se cali la carta «Mi criticate solo perché è uno sport da femmine». Nicole Arbour, la Matteo Renzi del Canada, fa la stessa mossa. Dice che il punto è il suo essere troppo caruccia per essere considerata un'autrice satirica: «Se fossi un uomo, nessuno si scandalizzerebbe per le cose che dico».

Intanto un regista sostiene di averle tolto le mansioni di coreografa per un suo film, visto che lei manca di rispetto ai grassi. Nicole risponde che il regista non l'aveva mai scritturata e che vuol solo farsi pubblicità. Che dica verità scomode o vinca tornei di tennis, a ogni eroina tocca il fastidio di un qualche maschio che la usa per farsi pubblicità. In cambio, però, la cliccano in sei milioni.

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