Ingannevole è il titolo italiano, che è quello d'un altro classico: Come sposare un milionario. Il libro, in libreria dal 30 agosto 2016, è invece il rifacimento di Orgoglio e pregiudizio (nella foto d'apertura, una scena del film del 2005 con Keira Knightley, ndr). Curtis Sittenfeld aveva già romanzato la vita dell'ex first lady Laura Bush in American wife, e ora affronta il più fondamentale romanzo sul matrimonio.

È tutto uguale: la madre arrampicatrice sociale; le cinque sorelle, due delle quali molto imbarazzanti; il principe azzurro inaspettato: quel Darcy scorbutico e scortese la cui antipatia iniziale con Liz è l'archetipo d'ogni commedia romantica. È tutto diverso: la fuga senza matrimonio non imbarazzerebbe più nessuno, quindi il ragazzo di Lydia è stato aggiornato in un transessuale; la zitellaggine tardiva ha nuovi parametri, quindi Liz, culmine della sovversione da romanzo femminile, è una che non vuole figli, mentre Jane è una quarantenne che fa la fecondazione assistita e Chip, il suo amato, viene da un reality genere Uomini e donne.

La conversazione con Curtis Sittenfeld parte proprio dai reality: Rai 4 trasmette UnReal, serie ambientata dietro le quinte d'un programma del genere, tutta concentrata sulle magagne della ricerca televisiva di marito. Sittenfeld dice che purtroppo UnReal è cominciato quando lei aveva già finito il libro: «Mi sono sorbita intere stagioni di The bachelor, per ambientare verosimilmente quella parte di storia, e sarebbe bastata una puntata di UnReal». 

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Orgoglio e pregiudizio dovrebbe essere un testo superato, con quella fissazione per il matrimonio. E invece siamo pieni di reality matrimoniali e i negozi di abiti da sposa sono l'unico investimento commerciale sicuro. 

Però nell'800 inglese sposarti era l'unica possibilità di cavartela che avevi, e ora no. Oggi il matrimonio si porta ancora molto, ma più per questioni simboliche che pratiche: se sei in grado di resistere alle pressioni sociali, puoi farne a meno. 

La signora Bennet resta anche in chiave moderna il mio personaggio preferito. Ottusa, egoista, arrivista: così uguale alle nostre madri, così diversa dalle madri di cui leggiamo in quest'epoca in cui se ne scrivono solo di oneste e illuminate. 

Trovo molto interessante che i lettori pretendano moralità dai personaggi: mi sembra un'aspettativa strana, e la base per personaggi noiosissimi. Io i miei personaggi cerco di farli realistici e la realtà è piena di gente razzista col cervello d'un colibrì. 

Darcy è il prototipo del principe azzurro inaspettato, quello così stronzo che mai diresti che è un cuore di panna.

In un uomo trovo attraente la combinazione di insolenza e cervello: certo meglio che insolenza e stupidità. 

È un'allusione a Donald Trump

Lui decisamente non è la mia idea di principe azzurro.