Da quando abbiamo deciso che la nostra sensibilità è un problema che non dobbiamo risolverci noi, ma che deve porsi la società, tutti si offendono di tutto. Lo sapevo già, mica è da ieri che viviamo nell'era della suscettibilità; però, fino a questo ponte pieno di bambini, non mi ero accorta che la zona a più alto rischio di reazioni malmostose fosse la maternità.

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Tutti i sistemi educativi sono permalosi. C'è la madre che si offende perché - senza alcun intento educativo, solo per istinto di sopravvivenza - sbotti «No!» quando il figlio ti lancia addosso degli oggetti: sta sperimentando i suoi limiti, sta scoprendo lo spazio, come ti permetti d'inibirlo dicendogli che i suoi istinti sono sbagliati, ti rendi conto di che trauma gli hai appena inferto? Finisce che ti scusi, mentre ti medichi il taglio che ti ha fatto il bicchiere di plastica del nostro amore santo lanciato in fronte.

Il piccolo sta sperimentando i suoi limiti e scoprendo lo spazio, come ti permetti d'inibirlo con un No?

C'è quella che si risente perché hai fatto una battuta sulla dieta di tetta e strolghino che segue la sua cucciola – che mangia le crescentine coi salumi come gli adulti, avendo passato da un pezzo l'età dello svezzamento, epperò viene ancora allattata, perché, appunto, «è la mia cucciola» (le madri vere sono, nell'eloquio, indistinguibili da come scriverei una parodia di madre; per fortuna nessuno mi ha mai commissionato una satira sulla maternità: sembrerebbe neorealismo).

Mamma con bambino viziatopinterest
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E c'è il bambino cui all'asilo fanno fare gli esperimenti sensoriali coi broccoli, e che quindi mentre è in campagna con gli adulti si strofina sul corpo la nostra cena, e c'è sempre un genitore che si offende se proponi di passare gli spinaci nell'amuchina dopo che quell'essere umano basso ci si è grattato: amore santo, ha fatto il bagnetto.

Il prossimo ponte è quello dell'Immacolata. Quando si fa l'albero - che, sempre per storie di esperimenti sensoriali, dev'essere di feltro, mi hanno spiegato. Mi sono trattenuta a stento dal dire «Ma che orrore». Al ponte in cui si decora il feltro, per cautela diplomatica mi do malata.