Ma tu un figlio lo vorresti? È nata così, con una domanda fatta alla più giovane delle nostre redattrici, durante la settimanale riunione di redazione, l'inchiesta sul preoccupante allarme denatalità che sta vivendo il nostro Paese. Gli ultimi dati Istat ci dicono che la popolazione italiana a gennaio del 2017 contava 60 milioni e 579.000 residenti, 86.000 in meno rispetto all'anno precedente, che era già andato maluccio rispetto a quello prima. Al momento deteniamo il primato europeo in fatto di culle vuote, cioè nessuno sta peggio di noi tra i 28 Paesi dell'Unione, con 1,34 figli per donna contro i 2,1 richiesti da un Paese "in salute". Sono calate le donne in età fertile ed è aumentata l'età media in cui si partorisce (31,7 anni), ragione per cui spesso ci si ferma al primo figlio.

Perché i giovani non pretendono aiuti economici, sgravi fiscali, tutele sul lavoro, asili gratuiti, incentivi e tutto quel che serve?

Il confronto con la Francia

Il fatto che l'inizio del calo demografico corrisponda all'inizio della grande crisi (2008), ci fa concludere che la débâcle procreativa sia frutto di quella finanziaria, con tutta la "sciara" di disastri vari che ne è conseguita: disoccupazione, precariato, instabilità materiale ed emotiva. Tutto vero. Ma perché nessuno fa niente? Se è vero che i giovani hanno dovuto rinunciare al progetto di un bambino per cause di forza maggiore, cioè esterne alla propria volontà, perché non sono arrabbiati? Perché non scendono in piazza e pretendono da chi ci governa aiuti economici, sgravi fiscali, tutele sul lavoro, asili gratuiti, incentivi e tutto quel che serve per affrontare con una solida "rete di salvataggio" l'eroica impresa di dare figli alla Nazione? La crisi non c'è solo in Italia, e nello stesso periodo (2008-2016) in cui da noi sono nati 4,8 milioni di bambini, in Francia, notoriamente più avanti sulle politiche familiari, les enfants de la Patrie sono arrivati a 7 milioni.

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Fra scelta e necessità

Ma tu non pensi a un figlio perché "non vuoi" o perché "non puoi"? Incalzo la giovane redattrice. Cioè, il tuo è un desiderio inespresso o negato, perché non puoi permetterti di farlo o perché non t'interessa proprio? Anni di diete mi hanno insegnato che certe convinzioni ("I dolci troppo dolci non mi piacciono...") siano una forma di autocensura mascherata. Se non posso mangiare certi cibi ipercalorici, tanto vale convincermi che non mi garbino. Abbiamo scardinato in questi anni innumerevoli tabù e imparato che l'istinto materno non è innato, che si può vivere felici anche senza riprodursi, che esistono tante forme di maternage, che scegliere di non avere figli è un diritto tanto quanto averne. Il problema è: dove finisce la scelta e dove inizia la necessità. Perché negarsi un figlio a priori, non per mancanza di volontà ma per mancanza delle "condizioni per", castrando il desiderio a monte, richiede in risposta un atto sovversivo.

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Il fallimento dello Stato

Tallonata dalle mie domande, la brava redattrice ha avviato un'indagine nel labirinto delle sue priorità (senza svelarci le conclusioni) e in quello dei suoi coetanei millennial. Per capire, insieme a loro – che sono la causa (solo in quanto entità riproducibili) e insieme la cura di questo Paese destinato all'estinzione – come "aggredire" il problema. Pretendendo da chi di dovere – la politica, il welfare, le istituzioni – risposte e soluzioni. Smettendola di abbozzare e accettare. Riconoscendo alla maternità, e paternità, la dignità di un diritto negato.

Se il trend demografico non migliora, tra 50 anni la natalità in Italia potrebbe avvicinarsi allo zero

Perché uno Stato che non è in grado di garantire ai suoi cittadini la soddisfazione di un bisogno primario, come quello di "fare famiglia", è uno Stato che ha fallito. È uno Stato così miope da concentrarsi sul suo ombelico perdendo la visione d'insieme. Ovvero: che stiamo a discutere di Rosatellum se presto spariranno gli elettori? A sentire le previsioni dei catastrofisti, tra una cinquantina d'anni (50!!! Non 1.000!!!), se il trend demografico non migliora, la natalità potrebbe avvicinarsi allo zero. Mettendo da parte la malinconia di abitare un mondo senza più altalene e Teletubbies, non vi spaventa una società dominata da vecchietti, con previdenza al collasso e donne non più fertili? Margaret Atwood, col suo Racconto dell'ancella, forse aveva già previsto tutto. Nessuno mi pare abbia capito che razza di miracolo sia la procreazione. Dare la vita, cioè "fabbricare" nuovi esseri viventi, è la più grande forma di potere. Oltre che l'unico modo per evitare che anche il futuro diventi co.co.co.: una cosa a scadenza.