Cara Priscilla,

devi comprare un giardino più grande.

A un certo punto del mese scorso è nata la vostra nuova bambina – opportunamente chiamata August (a significare corretto funzionamento del calendario) Chan (a significare pari opportunità) Zuckerberg (a significare Facebook) – e per l'occasione tu e Mark le avete scritto una palpitante lettera di benvenuto in mondovisione. Lo avevate fatto anche la prima volta, per Maxima detta Max (a significare irraggiungibilità della primogenitura) ma nel frattempo il mondo è cambiato, e insieme il vostro approccio alla genitorialità. Non siete più preoccupati per il futuro – è comprensibile: il tempo con due figlie sotto i due anni non passa mai – ma piuttosto concentrati sulle sfide del presente.

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Che la creatura dorma, innanzitutto. E poi che abbia il tempo di godersi la magia dell'infanzia: annusare i fiori e raccogliere foglie; leggere il Dr. Seuss fino a saperlo recitare in sogno; cavalcare sulla giostra cavalli di tutti i colori – è una metafora o avete davvero una giostra in cortile? – e correre in lungo e in largo finché fiato ce n'è. Insomma: le cose che di solito scrivono i genitori della tribù dei «Basta compiti» nelle lettere aperte di giustificazione alla maestra. Per sintetizzare, invece, era sufficiente: speriamo non le venga mai in mente di iscriversi a Facebook, e perdere ogni fiducia nell'umanità.

Una mia amica, che di mestiere spiega l'internet agli oscurantisti, sostiene che se trovo fastidiosa la timeline di un social network la colpa è mia che seguo le persone sbagliate. Giudiziosamente ho quindi trascorso l'estate a ripulire liste e perfezionare filtri, ma senza particolare giovamento: c'è sempre l'amico di un amico a rovinare l'idillio. Le persone al cui parere sono interessata sono quelle alle quali farei persino lo sforzo di chiederlo – se non di persona, certo a pagamento – e invece ho la bacheca ancora piena di opinioni offerte su base volontaria. Cioè: scemenze.

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Il tuo prossimo passo, Priscilla, sarà pertanto convincere anche tuo marito a passare più tempo in giardino. O comunque: a spasso. Terminati i due mesi che si è preso di congedo parentale (a significare imperialismo illuminato) può essere una soluzione persino sostenerlo nell'idea di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti – tanto, peggio di così. Basta che si tolga dalla testa questa fissazione del Bring the world closer together. Siamo già abbastanza vicini così, noi comuni mortali, te l'assicuro. E anzi: se qualche benefattore di tua conoscenza si prendesse il disturbo di restituirci un po' di distanza, allora sì che il futuro sarebbe migliore.