Canzone per leggere l'umore: Toop Toop, Cassius.
Arrivato a questo punto, posso comunicarvi ufficialmente, senza urlarlo troppo, che inizio a orientarmi per le vie di Milano. È una strana sensazione, ma, in linea di massima, riesco ad arrivare da casa al Duomo in maniera abbastanza agile. Vi garantisco che per uno come me questa è una reale conquista, come per gli umani comprendere profondamente la vastità del cosmo. In una delle mie camminate, l'altro giorno, sono capitato in Piazza Liberty e ho scoperto che proprio lì sorgerà l'Apple Store. Lo stanno costruendo al buio, nel senso che tutto il cantiere è completamente coperto, lasciando la vivibilità degli abitanti e di chi passa quasi intatta.
Perché mi ha colpito? Perché cercando di non fare gratuitamente lo snob, penso che il progetto architettonico che hanno messo in piedi, e che si vede fuori il cantiere, sia una vera e propria opera di design. E non solo. Intanto lo store non si vedrà in superficie. Ci sarà un grande anfiteatro da poter vivere in relax e al di sotto ci sarà tutto l'universo Apple. In più, in base ad accordi con il Comune, verranno organizzati eventi a sfondo culturale per tutta la cittadinanza. Una bella idea, che mi ha acceso l'animo.
Penso che le grandi città, pur mantenendo la propria anima e le proprie abitudini, siano disposte ad accogliere nel proprio centro opere come questa. Non è semplicemente globalizzazione o sfruttamento commerciale, ma anche essere focalizzati sull'oggi. Quanti di voi, a New York, hanno fatto una visita all'Apple Store sulla 5th Avenue? Una struttura sotterranea, che prende luce da una piccola piramide di cristallo posta davanti all'Hotel Plaza. Geniale.
Non ci trovo nulla di male, anzi, penso che sia giusto che grandi multinazionali realizzino opere e strutture per i loro interessi, ma che in cambio regalino alla città qualcosa di bello e innovativo. Aperto a tutti. Sono un amante delle città che pulsano, che non rimangono ferme, che non vivono in maniera conflittuale il tempo che passa. L'importante è avere in testa buone idee per la comunità. Non è scendere semplicemente a compromessi con chi porta capitali e investe, ma dialogare e trovare un punto d'incontro nel rispetto di tutti.
A Milano succede.