Cara Meghan,

hai ancora tutto da imparare.

L'altra settimana hai chiuso il tuo blog di vita fotogenica – The Tig, disinvolto nomignolo di "Tignanello" – per concentrarti sugli altri grandi progetti che ti appassionano «come la beneficenza», che nel linguaggio segreto delle aspiranti principesse – lo so che è diventata una parolaccia, che tu sei una ragazza ribelle e una femminista emancipata, e che persino la Bella prigioniera della Bestia si sente in dovere di strillare «Io non sono una principessa» prima di farsi venire un attacco di sindrome di Stoccolma, ma Harry è un principe certificato, e quindi – nel linguaggio delle principesse, dicevo, significa: con la plebe ho chiuso, grazie di tutto.

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Disgraziatamente ti aspetta comunque una vita di rincorsa, e non per questioni di asse ereditario. Ho avuto l'esatta percezione della tragicità del tuo destino pensando al trasloco a Kensington Palace prossimo venturo. La prima volta che sei stata invitata era Natale, e dovevi fare un regalo a Kate Middleton. Non esiste in natura compito più impervio: certa gente ha tutto, tranne l'abilità di reprimere la disapprovazione. E la tua scelta finale – un diario dei sogni, santi numi – è sintesi elegante di quell'irrisolvibile sconforto. Posso solo immaginare il disagio al momento dello scambio.

Kate Middleton non ha mai avuto un blog di buoni consigli – mica doveva diventare famosa – ma sarà senz'altro sua premura aiutarti a migliorare ogni aspetto della tua sopravvivenza, privata e pubblica. Sei fortunata ad averla come dirimpettaia, se ci pensi. Lei conosce le risposte a tutte le domande: quanti articoli sul riscaldamento globale leggere per fare colpo su Carlo, come impostare la privacy di Instagram per non lasciare tracce, con quale coltello sbucciare le mele gialle di Highgrove. Sa persino come improvvisare piccoli momenti di titubanza, per rendere più credibile l'impianto granitico dell'infallibilità.

Questa ossessione per la competenza proiettata affliggeva un tempo i luoghi di discussione dell'internet primordiale, pozzi profondissimi di solo testo dove pochi maniaci passavano le notti a dimostrare di aver ragione. Adesso la disponibilità di Google ha reso implacabile qualunque saputello. Guai a te se non fai yoga prima dell'alba, mangi avocado del supermercato, sbagli la temperatura del Tignanello. C'è sempre qualcuno che ha letto più recensioni di te. (Ma non di Kate, che le fa leggere tutte a un lacché e poi riassumere in Excel). A chi ha una vita così ben organizzata, rimane un sacco di tempo per occuparsi della tua.