Il 7 marzo del 1937 usciva in edicola il primo numero di Gioia! (sì, già col punto esclamativo). In Italia ci si avviava verso il 16esimo anno dell'era fascista e Mussolini, andando di lì a poco in visita ufficiale dal vicino Hitler ne diventava BFF (Best Friend Forever, almeno fino al 1943). In Spagna infuriava la guerra civile, in America governava Roosevelt, in libreria usciva Lo Hobbit di Tolkien, che una settantina di anni dopo sarebbe diventato una saga in Blue ray, a Roma veniva inaugurata Cinecittà, Walt Disney presentava il suo primo lungometraggio animato – Biancaneve e i sette nani – e per una crisi cardiaca ci lasciava Guglielmo Marconi, inventore della telegrafia senza fili via onde radio e premio Nobel per la fisica, ignaro che nel giro di una manciata di decenni la radio sarebbe stata soppiantata dalla tv, la tv da Netflix e che tutti avremmo comunicato via WhatsApp.

Donne che hanno attraversato la storia del Paese

Sembra una vita fa. E infatti 80 anni sono la vita media di una persona, in questa nuova era immarcescibile e no-age. Si fa in tempo a nascere, crescere, sposarsi, moltiplicarsi, divorziare, diventare nonni e innamorarsi ancora. Ma anche a leggere numeri e numeri di Gioia!, volendo. Alcune signore lo fanno da allora, con affetto e simpatia: lo so, perché mi scrivono. Con questo giornale sono diventate grandi, hanno scoperto nuovi mondi, condiviso sogni hollywoodiani, imparato l'arte del punto croce e pure quella di tenersi un marito. Se siamo arrivate fino a qua lo dobbiamo anche a loro e a tutte le donne, lettrici e non, che hanno attraversato la storia del Paese, mettendoci un pezzetto della loro: facendo sacrifici per conquistare spazi di indipendenza e libertà, alzando la voce per scardinare stereotipi, scendendo in piazza per rivendicare diritti che oggi ci sembrano scontati.

Da rotocalco per "angeli del focolare" a magazine brillante di moda e attualità

Prendere il testimone di questo giornale "glorioso", che ha accompagnato le donne verso un futuro un po' più rosa, ed essere qui oggi a festeggiarlo, per me è un vero onore. Per augurargli buon compleanno abbiamo fatto un'edizione speciale: un numero grande, non solo nel formato, che racconta l'evoluzione del Paese attraverso la sua lenta e travolgente mutazione: da rotocalco per "angeli del focolare" a magazine brillante di moda e attualità. Senza tradire mai la sua missione. Se negli Anni 50 insegnava alle madri Come sposare una figlia, nei 60 s'imbarcava in un'inchiesta in due puntate su Come trovare una domestica, all'inizio dei 70 raccontava le prime separazioni celebri in attesa di divorzio con foto di puerpere famose ansiose di diventare "donne oneste" e negli 80 dedicava un ampio reportage alla nuova piaga del secolo, l'AidsAids.

Come eravamo e quante cose sono cambiate

Sfogliare i grandi faldoni con la raccolta di tutte le copie del giornale dalle origini a oggi è stato un lavoro spassoso e necessario. Non solo per costruire questo numero ma per ricordarci, in tempi di sciagurata amnesia, da dove veniamo. La storia ci ha già insegnato tutto, siamo noi che non ci applichiamo e, a forza di correre e rottamare, facciamo gli stessi errori all'infinito senza sfruttare la grande lezione della memoria. Fessi che siamo. Per fare un bel ripasso, ci siamo affidati a giornalisti, scrittori, registi che hanno ripercorso, decennio per decennio, le tappe fondamentali della "memoria collettiva" filtrandole con la lente delle proprie vite. Firme importanti che si sono messe in gioco per dirci davvero com'è stato esserci: al primo voto a suffragio universale, in una "comune" degli Anni 70, a cena con John Taylor dei Duran Duran, passata la dittatura degli scaldamuscoli. Forse c'eravate pure voi, forse ne avete solo sentito parlare, è soprattutto alle nostre giovani lettrici che questo numero è dedicato. Scopriranno come eravamo e quante cose sono cambiate. Ma anche quante sono tornate – nella moda, nel beauty, nel design... – in una veste però tutta nuova. Special guests: Warren Beatty, che il 30 marzo compie 80 anni come Gioia! Ed Emma Watson, icona del nuovo femminismo duro e puro, in abito da sera. E il futuro? Nessuna previsione, ma desideri sì. Li abbiamo affidati a una giovane scrittrice. Con una certezza: noi ci saremo.