Nell'ultima settimana, se frequentate i social, avrete visto moltissimo una foto e la sua parodia. La foto è quella di Donald Trump che firma una legge che hanno firmato tutti i presidenti repubblicani da Reagan in poi: quella che vieta alle organizzazioni internazionali che ricevano fondi governativi americani di praticare aborti. Intorno ci sono sei uomini della sua squadra, e la didascalia con cui amano accompagnarla i social è: non vedrete mai sette donne firmare una legge che riguarda la salute degli uomini. È vero – gli uomini non hanno un utero, che puoi fare per disturbare la loro autoregolamentazione riproduttiva: togliergli il Viagra? – ma è una scemenza: non è perché è un uomo, è perché è repubblicano.

La parodia della foto è Hillary con intorno sei donne che firma una legge che vieta agli uomini di eiaculare (è un paragone così senza senso che hanno dovuto inventarsi un divieto da film comico). Ma, di nuovo: non è perché è una donna, che lei la legge antiabortista non l'avrebbe firmata; è perché è Hillary Clinton.

Sarah Palin, nella distopica eventualità in cui fosse mai arrivata a contare qualcosa, avrebbe promulgato le stesse leggi che firma Trump. Non è una brutta notizia: significa che, oltre agli altri, abbiamo il diritto di essere di destra quanto gli uomini, stronze quanto gli uomini, sceme quanto gli uomini. È un diritto cui tengo. Per inciso, è un insieme che include il diritto all'aborto: ho il diritto di pensare a me stessa quanto gli uomini.

Un'altra foto che sta girando molto è quella dei cartelli, alla manifestazione delle donne contro Trump, che dicono «Melania, sbatti le palpebre due volte se vuoi essere salvata». Ancora una volta, adattamento d'un format italiano: siamo andate avanti anni a illuderci che Veronica Lario fosse una santa con tutte le idee giuste e la morale simile alla nostra, che solo per sbadatezza aveva sposato quello lì. Melania, con la sua educazione siberiana, sta probabilmente ridendo di noi.

È probabilmente più feroce del marito. Di sicuro non prende le distanze dalle sue idee: l'anno scorso in tv sosteneva la tesi di Barack Obama nato in Kenya, per dire. Mentre noi ci illudiamo che una Melania o una Palin sarebbero meglio per i diritti delle donne, l'unica soluzione la fornisce Selina Meyer, vicepresidente nella serie Veep. In una scena molto condivisa negli ultimi giorni ci ricorda che per avere pari diritti serve un universo a pari bisogni: «Se restassero incinti gli uomini, gli aborti si ritirerebbero al bancomat».