Breve riepilogo di eventi in rapida successione. Dopo le vacanze di Capodanno Beppe Grillo ha aperto una consultazione (lampo) tra i suoi, per valutare un cambio di schieramento all'interno del Parlamento europeo: si trattava di decidere così, su due piedi, coi resti del panettone ancora da smaltire, se mollare gli euroscettici di Nigel Farage e il gruppone pro Brexit per mettersi con gli europeisti dell'Alde (Alleanza dei liberali e dei democratici per l'Europa, sostenuti da Prodi e Monti, insomma roba abbastanza "establishment").

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A sorpresa, la maggioranza assoluta dei votanti ha risposto sì, dai, facciamolo 'sto salto della quaglia: anno nuovo, vita nuova. Neanche il tempo di definire "storico" e "clamoroso" il riposizionamento europeo del Movimento 5 Stelle, ed ecco che l'Alde, o per meglio dire l'establishment che è in lei, ha dato il due di picche a Grillo, il quale è frettolosamente tornato tra le braccia del vecchio alleato. Assodata la figuraccia, restava a quel punto da chiedersi come la base avrebbe reagito a tutto 'sto avanti e indietro tra euroscetticismo ed europeismo, e la risposta non s'è fatta attendere: gli ultimi sondaggi registrano una crescita di consenso del Movimento 5 Stelle. E bon, fischiettandola con Elio: Europa sì, Europa no, se famo du spaghi…