Sono due le cose di cui non mi stancherei mai di parlare: la moda e il cinema. E a pensarci bene, un motivo c'è: entrambi hanno a che fare con i sogni. Inventano storie, creano creature e mondi che prima non c'erano, ci fanno essere ciò che vorremmo. Eroine, femme fatale, maschiacce strepitose come la Jeanne Moreau
di Jules e Jim o la Diane Keaton di Io e Annie. Potrei passare pomeriggi interi a ricordare spezzoni di film e ore a chiacchierare con le amiche di vestiti, di scarpe, di borse
Adoro i biopic sui grandi «visionari» che hanno reinventato la storia del costume, accompagnato e rivoluzionato la vita delle donne partendo da una matita e un metro
da sarta: Coco Chanel, Yves Saint Laurent, Dior, Valentino

Le grandi storie sulla moda e del cinema

Ma più di tutto mi piace ascoltare. Le storie sulla moda, come quelle sul cinema sono magnifiche.
Mai che si trovi uno normale (senza offesa…). È questo il bello: tutti gli spazi di libera
e sfrenata creatività sono zone franche dove le regole funzionano al contrario, e rompere, sporcare, esagerare, scandalizzare, non sono difetti ma qualità. Chi non ha il coraggio
di infrangere le regole, escogitare un linguaggio tutto suo, creare disordine non può
fare la moda né il cinema né l'arte. Non è un caso che i grandi creativi siano talenti eclettici e irrequieti, capaci di declinare il proprio estro in tanti ambiti diversi.

Tom Ford, stilista e regista da Oscar

Uno è Tom Ford, stilista squisito e raffinato, che dopo 7 anni dal suo sorprendente esordio alla regia (vi ricordate, era il 2009 e A single man stregava
il festival di Venezia facendo conquistare al protagonista Colin Firth la coppa Volpi e poi una nomination all'Oscar), è tornato dietro la macchina da presa, per ri-stregare la Laguna con un nuovo film e aggiudicarsi il Leone d'argento (nel caso a qualcuno fosse venuto il dubbio
che quel debutto strepitoso fosse solo una botta di fortuna…). Tom Ford è il compagno  di classe per cui quasi tutte, anche senza volere, ci siamo prese una cotta al liceo. Quello che anche a rimuginarci su due giorni non si riusciva a trovargli un difetto: bravo, gentile, amato dai prof, zero secchione e grandissimo fico. Ora, non so come mister Ford se la cavasse davvero sui libri, ma tutto quello che ha fatto "da grande" è stato contrassegnato dal successo: ha rilanciato il marchio Gucci in tempi bui, dato il suo imprinting a Saint Laurent, creato pezzi che sono ancora un cult.  Poi ha amato un uomo. Lo stesso uomo per trent'anni. Mostrandolo al suo fianco in tempi in cui non era così facile parlare di coppie e di diritti gay. È che se uno è nato per "ripensare il sistema", qualsiasi sistema, in genere comincia da se stesso. 

La mostra di Antonio Marras alla Triennale di Milano

Poi c'è Antonio Marras, che chi lo conosce dice che nella vita poteva fare tutto: pittore, scrittore, musicista… Che si sia messo a disegnare vestiti è quasi un caso (nella foto d'apertura, una sua sfilata). Aveva tutta questa roba dentro da esprimere e gli è venuta fuori così. Ora però si concede il lusso di esporre una mostra di opere in Triennale, a Milano. Uno dei grandi protagonisti della moda, con belle storie da raccontare.