Cara Tori Spelling

trovati un lavoro vero. Aspetti il quinto figlio – inspiegabilmente dallo stesso padre, quel Dean McDermott col quale ti sei pubblicamente accapigliata e poi riconciliata un numero di volte superiore alla mia capacità di ricordarle – e pure nel caso sia conseguenza dell'amore e non della distrazione, troverei opportuna una gestazione di basso profilo. Mica perché ci sia qualcosa di inaudito nella maternità – plurima, attempata, sofferta, esibita: siamo pronte a tutto – ma tu hai fatto della famiglia il tuo mestiere, e invece è necessario ricollocarsi: fare la mamma non è il lavoro più bello del mondo.

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Fare la mamma non è un lavoro. «È quello che sei. Un lavoro lo puoi mollare, essere madre è per sempre. Ed è incredibilmente difficile: considerarlo un mestiere è svilente», diceva Cyrus Beene in una vecchia puntata di Scandal. Lo diceva perché in quella piega di sceneggiatura gli faceva comodo, naturalmente, ma in un'intervista successiva Shonda Rhimes – che Scandal lo scrive, e Cyrus Beene se lo è inventato – elaborava: «Chiamarlo "lavoro" valida la percezione di maternità come sacrificio. Ma svegliarsi di notte per un neonato non è una cosa di cui vantarsi: è una rottura». E poi peggiora: aspettare sedicenni alzate il sabato sera è inevitabile follia.

Ma questa è la parte facile. In questi giorni va in onda negli Stati Uniti lo spot elettorale di Donald Trump sulle politiche di sostegno alla maternità, all'inizio del quale Ivanka – 34 anni, tre figli, nessuna occhiaia – proclama: «Il lavoro più importante di una donna è essere madre», e poi procede a magnificare le misure che papà suo ha intenzione di attuare per aiutare le donne riprodotte – e solo le donne, ché gli uomini non si occupano di queste frivolezze. Qualche settimana di congedo, sì, ma perlopiù sgravi fiscali e piani di risparmio: prima o poi smetteranno di lavorare, tanto vale capitalizzare quel che resta. Perché cosa c'è di meglio che fare la madre? Di più importante? Di più bello?

Quando sarò imperatrice dell'universo, chiuderò il tuo account Instagram, Tori, e tutti quelli che gli somigliano. Proibirò alle madri di fotografarsi mentre sfornano dolcetti e pettinano marmocchie, ma pure patentano giovanotti e chiudono valigie a debuttanti fuori sede. Essere madre è prevalentemente memorabile, ma per niente fotogenico. Inoltre: non è retribuito. Il lavoro vero è là fuori: dalle nove alle sei (se ti va bene). E al contrario di quello che succede coi figli: quando non sei capace, ti licenziano.