Da quando abbiamo deciso di offenderci con qualunque pretesto, l'asticella del ridicolo si alza in continuazione. Sul New York Times, una bioeticista racconta la sua traumatica esperienza: un tizio voleva cederle il posto a sedere in metropolitana credendola incinta e lei non lo è. Fino a quel punto, speravo fosse un articolo contro i vestiti dal taglio impero ed ero pronta a contestarne l'assunto. È vero, il taglio impero ingrassa, ma è appunto per quello che lo si indossa: per trovare da sedersi all'ora di punta e per passare davanti a tutti alla cassa disagiate (quella per malati e donne incinte) del supermercato.

Ma invece la signora – che, spoiler, alla fine darà via i suoi abiti impero – è indignata.
Il tizio che la crede incinta le sta imponendo gli standard taglia 42 di questa società che ci vessa (magari: se far sedere le culone fosse un'insensibilità diffusa, non dovrei litigare ogni volta con ragazzini determinatissimi a star seduti loro, invece di lasciar sedere la signora anziana nonché culona che sono). Il ridicolo è il suo mestiere: la donna che credete sia incinta, dice, magari ha solo qualche malattia di cui non vuole parlare. Sì, la malattia del carboidrato