La cuffia per la doccia. Come mai non è venuta in mente a me, nella Bologna degli anni Ottanta, quando ogni lunedì mi toccava andare a scuola con la coda di cavallo e il cerchietto: all'epoca figurarsi se c'era un parrucchiere aperto la domenica, e la nebbia padana il lunedì mattina aveva già devastato la mia messa in piega del sabato pomeriggio.

E perché non ho avuto questa idea, che definire geniale è poco (ci vorrebbe un Nobel delle finte lisce), da adulta, nei decenni in cui ho fatto di tutto per essere liscia, compreso farmi ridurre praticamente calva da un parrucchiere di Firenze che costava come uno di New York ma era assai meno capace di usare gli acidi (poi sono ricresciuti, più o meno, ma quel 2007 fu il peggior anno della mia vita).

La cuffia per la doccia. Fai la piega e poi te la tieni in testa, contro pioggia e umidità, finché non arrivi nel posto in cui ti interessa essere in ordine. Le newyorkesi, già inventrici delle scarpe da ginnastica per strada e dei tacchi in borsetta, hanno trovato un'altra soluzione. Ci sono quelle che ne hanno fatto affari: marchi come Louvelle e Drybar hanno creato cuffie da indossare in pubblico. Costano comunque meno che rifarsi la piega.