C'è una nuova tendenza viaggi 2019 che nuova non è: viaggiare gratis mettendo a disposizione (reciprocamente) la propria casa ad altri viaggiatori e vi spiego come funziona.

Una coppia scozzese, due amiche turche, una giovane coppia di israeliani, due ingegneri aeronautici francesi, una famigliola americana in viaggio da mesi, una studentessa di lingue georgiana, una ragazza canadese nel suo gap-year, una neo-coppia di 60enni in viaggio di nozze dalla California, una pimpante 80enne inglese.

Sono le persone che ho ospitato a casa mia nel 2018. Tutti emeriti sconosciuti, tutti membri dell'associazione Servas, ora tutti amici. Con Servas ho scoperto un modo alternativo di viaggiare ad alta densità relazionale: chi aderisce a Servas si impegna ad ospitare a casa sua per almeno 2 notti altri soci e a offrire loro almeno una cena, e può chiedere a sua volta ospitalità a ciascuno dei circa 15mila membri Servas nel mondo. È una forma di economia del dono: non c'è scambio di denaro, nessuno paga nessuno, non c'è obbligo di reciprocità, non serve avere una bella casa o vivere chissà dove. Più che altro serve essere curiosi.

L'associazione Servas promuove l'ospitalità pinterest
Jan Tinneberg / Unsplash

Non si tratta soltanto di aprire il divano letto: la finalità è incontrarsi, passare del tempo insieme per conoscersi e confrontarsi. Essere socio Servas comporta intense conversazioni per spiegare cos'è la mafia in Italia, o come si cucina la carbonara, qual è la condizione delle donne in Turchia, perché sia stato eletto Trump o chi diavolo voleva la Brexit... E poi ci sono le storie di vita: ciascuno ne ha tante e racconta la migliore.

Servas non è un'alternativa al couchsurfing o una variante allo scambio-casa. E neppure un modo di viaggiare low-cost: si diventa membri Servas dopo interviste preliminari con i coordinatori locali e dopo aver partecipato agli incontri sociali. Fondamentale è condividere la finalità per cui è stata creata l'associazione: promuovere pace e amicizia tramite lo scambio di ospitalità. Se siete solo di passaggio, se l'indomani dovete partire all'alba, meglio non chiedere ospitalità: una nottata e via non rientra nelle regole condivise.

Servas (parola che in esperanto significa al servizio, ndr) è nata nel 1949 dall'iniziativa di un pacifista ed obiettore di coscienza americano, Bob Bassett Luitweiler, inizialmente per dare ai giovani tedeschi la possibilità di uscire dalla Germania post-nazista, conoscere e sperimentare la democrazia. Subito dopo la guerra, in Germania c'erano severe limitazioni all'esportazione di valuta che di fatto impedivano ai giovani di viaggiare all'estero. Luitweiler pensò di organizzare una rete di famiglie in vari paesi europei che potessero ospitare anche solo per due notti giovani tedeschi per liberarli dal doppio giogo dell'ideologia e del pregiudizio. Poi la rete Servas si è estesa ed è diventata un network di viaggiatori da ogni nazione: per fortuna il mondo è cambiato, ma non le finalità.

Prima nei paesi del Nord Europa (Danimarca, Svezia, Finlandia) poi in Inghilterra, Olanda, Belgio, e Stati Uniti, in Italia dagli Anni 70 e ormai in 56 stati nei cinque continenti (li trovate su servas.org, c'è persino l'Arabia Saudita) i soci Servas si trovano ovunque.

Servas promuove lo scambio di ospitalitàpinterest
Dane Deaner / Unsplash

Vado sempre a vedere se c'è un socio Servas lungo l'itinerario dei miei viaggi. Arrivare in un luogo e sapere che qualcuno mi sta aspettando accresce il senso dell'avventura, oltre ad ampliare la conoscenza di ogni posto. Prima ci si scrive e-mail, qualche volta ci si telefona, si conoscono reciprocamente età, professione, interessi, lingue parlate e ci si fa un'idea di chi ci sta aspettando. Se poi l'idea corrisponde alla realtà è tutto da verificare. E può essere divertente scoprirlo.

Il socio Servas non è in genere né un benpensante né un diffidente, ha viaggiato, possiede un buon bagaglio culturale e una mentalità ben aperta. Sono stata ospitata, con la mia famiglia, a Washington, New York, Boston, Bristol e in tante altre località dell'Inghilterra. E che ospitalità: appena arrivati a Washington, i nostri ospiti ci hanno caricato in auto per farci vedere la città di notte, a Boston abbiamo cucinato insieme una fantastica cena e il giorno dopo ci hanno scarrozzato in lungo e in largo per la città, a New York una signora ci ha offerto uno spaccato di vita nel Bronx.

Lo scambio di ospitalità tra i soci Servas è una forma di economia del dono pinterest
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A Bristol abbiamo partecipato a un vero ceilidh (ballo tradizionale di origine scozzese), altrove ci hanno invitato a festival, eventi culturali, trekking, cene con altri amici, e sempre ci hanno portato in luoghi che difficilmente avremmo trovato da soli. Grazie a una famiglia Servas mia figlia ha potuto frequentare (gratuitamente) una delle migliori high-school inglesi per una settimana.

Ho dormito in case splendide, linde e ben curate e in altre (poche per la verità, ma può capitare) non esattamente accoglienti: mi sono state offerte colazioni da albergo a cinque stelle, sono state stappate le bottiglie migliori, mi è stato preparato un sushi per il viaggio, ma ho anche lavato i piatti.

Se c'è un comune denominatore dei membri Servas, oltre alla generosità, è la curiosità. Ti ospito a casa mia (o vengo a casa tua) perché voglio conoscerti quindi ogni domanda è lecita: quanto costa questa casa, quanto guadagni, cosa voti… sono domande che a volte non ci si fa nemmeno tra conoscenti. Ma nella libera repubblica di Servas tutto è lecito.