«Ho sempre amato l'arte, la musica e i libri, ma anche la natura. E sono convinta che nella società sia ormai necessario un cambiamento», dice Antonella Giani, 45 anni, torinese. Dopo la laurea in Estetica e l'impegno nell'editoria e nel sociale, dal 2013 si occupa del progetto Giardino forbito, un'associazione che realizza spazi urbani verdi, nei quali, poi, organizza eventi culturali (giardinoforbito.it).
Come è nata l'idea?
Mi sono resa conto che c'è una sensibilità maggiore per l'ambiente. D'accordo con mio fratello, agronomo e vivaista, ho pensato di coniugare il verde alla cultura.
Di che cosa si tratta esattamente?
Lo scopo è creare serre e allestimenti per ospitare manifestazioni, spettacoli e laboratori e diffondere stili di vita sostenibili. Dal sito di Giardino forbito si accede a Googreen, associazione di aziende con filosofia simile.
Qual è stato il primo passo?
Grazie all'Assessorato all'ambiente e al patrocinio della fondazione Smart City, a ottobre 2015 abbiamo avuto in gestione un gazebo nei giardini Sambuy di Torino: 60 metri quadrati trasformati in una serra prestigiosa, dove si sono susseguiti vari eventi.
Quanto ha investito per iniziare?
Sono stati necessari circa 10.000 euro per costituire l'associazione e depositare il copyright del progetto.
I suoi ricavi?
È ancora presto per parlarne, la maggior parte dei proventi viene reinvestita per la progettazione, ma in futuro spero che il format mi garantisca uno stipendio.
Programmi a breve?
Stiamo preparando due eventi culturali. E vogliamo aprire un punto vendita di prodotti a chilometro zero in collaborazione con Slowfood e con il gruppo di acquisto "L'Alveare che dice sì!", già attivo sul territorio.