Che effetto fa arrivare al Moma, il prestigioso museo di arte moderna di New York, e scoprire che esiste un nostro compatriota, idolatrato oltreoceano, ma ignorato dai più nel suo Paese? Bruno Munari, straordinario artista e scrittore del Novecento scomparso nel 1998 le cui opere sono esposte nel celebre museo d'arte moderna, porta con sé il destino di italiano dimenticato. Scopriamo qualcosa in più sulla sua opera artistica e non solo.

Un italiano al Moma

Bruno Munari è stato uno dei protagonisti del design e della grafica del XX secolo. Del resto la sua patria, Milano, forniva parecchi spunti in questo senso. Eppure Bruno non si è fermato qui: i suoi contributi spaziano dal disegno industriale (per il quale vinse tre Premi Compasso d'oro) all'astrattismo, al design futurista (famosissime le sue forchette con i rebbi storti), passando per la scrittura di testi didattici. Uno su tutti, il libro Da cosa nasce cosa, raccolta dei suoi appunti per una metodologia progettuale. Insomma, un artista eclettico, dotato di una fantasia ai limiti dell'incredibile ed espressa in opere come le sue composizioni cinetiche dove, in perfetto stile futurista, il movimento accompagna l'arte. 

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Munari e i bambini

Se non si può non ricordare il contributo di questo eccellente artista nel campo della grafica editoriale (copertine di libri e giornali, manifesti pubblicitari), altrettanto rilevante è stata la sua passione per la didattica, in particolare per i giochi didattici. Progettò e realizzò personalmente alcune costruzioni in legno, la più famosa delle quali rimane la Scatola di architettura, oggi pezzo di design. È l'attenzione ai bambini che domina questa parte del suo lavoro: curò e allestì diverse mostre d'arte dedicate ai bambini, cercando di farli avvicinare alle tecnologie e alla natura. Ma anche per i più adulti: da citare la mostra per la terza età Ritrovare l'infanzia alla Fiera di Milano. Il tutto coronato dall'attribuzione del Premio Lego, per il suo eccezionale contributo allo sviluppo della creatività dei bambini, come si legge nelle motivazioni.

Munari al Museum of Modern Art

Su tutte le opere di Munari esposte al Moma di New York spiccano le composizioni grafiche, datate quasi tutte 1951, a metà tra futurismo, astrattismo, creatività personalissima e attenzione alla grafica come strumento di comunicazione non solo artistica. Certamente su tutto domina la creatività e il significato che Munari gli attribuisce tanto che vale la pena ricordare una sua citazione del 1992: «Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch'io, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima». Ecco cosa è la creatività di Munari: non solo ideare, non solo pensare, non replicare, ma fare. Un valido esempio a cui dovrebbe riferirsi la nostra società dei consumi, dove il «fare» è stato svuotato di ogni valenza creativa e artistica. Bruno ci avrebbe disarmati con la sua arte.