Zelmira D'Aleo è una delle tante insegnanti delle medie che alla fine dello scorso anno scolastico ha dovuto abbandonare i suoi "ragazzi", perché è stata trasferita in una nuova scuola. Ecco cosa ha scritto agli ex alunni un'appassionata lettera di addio (pubblicata dal Corriere della Sera). Noi abbiamo voluto intervistarla, per conoscerla meglio. Ma prima di tutto, ecco la (bellissima) lettera. Quella che tutti gli studenti vorrebbero ricevere dai loro docenti.

La lettera

Care Alunne e Cari Alunni,

scusate se la mia lettera vi giunge così tardi, ma tra l'apprensione per l'inizio in una nuova scuola e l'avvio dell'anno scolastico non sono riuscita a fare di meglio. Vorrei iniziare questa chiacchierata con voi all'insegna delle nostre vecchie abitudini, raccontandovi l'ennesima trovata del mio cane Plutone.I miei genitori avevano completato il restauro del loro appartamento e avevano chiamato una ditta di traslochi. Per evitare che Pluto intralciasse il lavoro degli operai, ma anche per escludere il rischio che oltrepassasse il cancello e si trovasse in strada, lo avevano legato. A questo punto non sappiamo bene cosa sia realmente accaduto. Pluto non è abituato ad essere legato in giardino; in più, forse avrà pensato a un abbandono, vedendo tutti gli scatoloni. Ebbene, cari alunni, il Plutone è andato in arresto cardiaco! Stava immobile, rigido come un sasso, non riuscivano a spostarlo, non rispondeva ai richiami, ma restava con gli occhi chiusi e un canino che gli sporgeva dal muso. Mia mamma, nel panico, mi telefonava piangendo, chiedendo di contattare al più presto mia sorella perché il cane non dava più segni di vita. Quando mia sorella l'ha chiamato per nome, ha socchiuso un occhio, poi ha aperto l'altro e finalmente ha deciso di rispondere. Tuttora non sappiamo se, da attore consumato qual è, abbia finto un malessere per la paura di essere abbandonato, o se, in preda al terrore, si sia sentito male realmente. Il veterinario ha detto che in situazioni di estremo pericolo i cani possono bloccare il cuore per un tempo limitato.

Arm, Table, Furniture, Class, Education, Sharing, Jewellery, Classroom, Learning, Academic institution, pinterest
Getty Images

Vi ho raccontato quest'episodio perché, a mio parere, come nelle favole, può costituire un esempio. Il Plutone è come un bambino piccolo: di fronte ad avvenimenti nuovi, inaspettati, si spaventa e resta immobile. Noi, però dobbiamo reagire, affrontare con forza i cambiamenti. Dobbiamo pensare che non sempre il nuovo è qualcosa di negativo, ma permette di conoscere delle persone diverse, di sperimentare nuovi stili di insegnamento, di confrontarsi con i mondi inesplorati che ogni essere umano porta con sé. Voi dovete cercare di "interrogare" l'insegnante, fare tante domande, cercare di carpire, di "rubare" tutto ciò che potete cogliere del suo sapere. Io credo che tante delle terribile vicende che stiamo vivendo nel nostro presente potrebbero essere guarite con la cultura. Tanti bambini, ragazzi che commettono azioni insensate forse avrebbero fatto scelte diverse se avessero continuato a studiare, a leggere, a stare in contatto con la Bellezza: andare a una mostra, ammirare un quadro, vedere un tramonto, leggere una poesia, ascoltare una storia, sentire sotto di sé il calore di una poltrona rossa a teatro. Diceva una mia insegnante che la cultura non è soltanto sapere tante cose, ma come noi riusciamo a comprendere il mondo che ci circonda attraverso le cose che sappiamo. Dunque prima di tutto occorre imparare molto. Quest'anno mi hanno assegnato una terza. L'insegnante di italiano è andata in pensione, così io ho "ereditato" la sua classe. Anche con loro resterò soltanto un anno:spero di poterli aiutare nel loro percorso conclusivo alle medie e di potere costruire un buon rapporto, per quanto il tempo sia limitato.

Vi voglio salutare con questo pensiero. In un coro dell'Antigone, Sofocle, uno scrittore greco vissuto ad Atene nel V secolo, esalta l'essere umano perché è capace di imprese straordinarie, di grandi invenzioni, di creare meraviglie.

"Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell'uomo".

Il vostro dovere, il vostro compito è diventare essere umani sempre più grandi e meravigliosi.

Un abbraccio,

la vostra prof. Zelmira D'Aleo

Face, Head, Smile, Mouth, Fun, Eye, People, Happy, Community, Child, pinterest
Getty Images

L'intervista a Zelmira D'Aleo

Ci racconta la sua storia?

Sono nata a Siracusa e alla fine della laurea ho capito che avrei avuto molte difficoltà a trovare una cattedra in Sicilia. Così ho scelto di frequentare una scuola di specializzazione biennale a Pavia, il Sis, che oggi non esiste più. All'epoca era a numero chiuso e, in mancanza di concorsi, abilitava ad insegnare nelle scuole di 1° e 2° grado. Così ho iniziato la mia carriera di docente, prima in un liceo scientifico e poi in un istituto tecnico. La riforma Gelmini ha scompigliato le carte e io ho dovuto ripartire da zero, passando alle medie. Dove i punti accumulati fino ad allora non valevano più. Oggi, a 37 anni, sono di ruolo, ma ho dovuto girare moltissime scuole.

Cosa dovrebbe fare una buona insegnante?

Trattare i ragazzi con grande rispetto: dipende da noi il modo in cui percepiranno il mondo in futuro. Io cerco di trasmettere le mie passioni, di spiegare la geografia con approfondimenti continui, per coinvolgerli: altrimenti imparano solo una lunga lista di nomi. L'anno scorso la "mia" classe si era appassionata al problema ambientale: avevano fatto molte ricerche, sempre con grande entusiasmo!

Cosa dovrebbe fare un bravo alunno?

Non essere passivo. Ho l'impressione che i ragazzi siano un po' scoraggiati, hanno perso l'idea che la scuola possa determinare il loro futuro. Quando insegnavo all'istituto tecnico, c'erano molti studenti stranieri convinti che solo studiando avrebbero potuto avere un futuro migliore di quello dei loro genitori. Una madre pakistana mi ha detto che, nella loro cultura, il docente è considerato una figura fondamentale per la crescita dei figli. Non voglio generalizzare, ma ho la sensazione che in Italia la nostra professione sia stata un po' svilita.