Essere mamma e lavoratrice è ancora oggi una scelta difficile, che può trasformarsi in un aut aut tra carriera e figli. Il nodo centrale rimane la conciliazione che non riguarda più solo le donne e i loro compagni, con i quali condividere cure dei figli e compiti domestici, ma interessa anche le aziende che devono sviluppare nuovi modelli di organizzazione, come spiega il libro Genitori al lavoro, l'arte di integrare figli, lavoro, vita, a cura di Laura Girelli e Adele Mapelli, con contributi di Stefania Baucè e Lucilla Bottecchia e l'introduzione di Maria Cristina Bombelli (Guerini Next).

Genitori al lavoro. L'arte di integrare figli, lavoro, vita Autore Laura Girelli, Adele Mapelli (a cura di)un libro utile per le mamme e i papà che lavoranopinterest

Abbiamo chiesto proprio a Stefania Baucè, senior consultant e coach di Wise Groth (organizzazione che aiuta le donne a farsi valere in azienda, il nome significa "crescita saggia") e Lucilla Bottecchia, psicologa, psicoterapeuta e senior consultant di Wise Groth, le 10 cose che una mamma che lavora deve sapere sull'arte di tenere tutto insieme.

Lucilla Bottecchia è tra le relatrici di Elle Active! il grande forum sulle donne e il lavoro che si tiene a Milano il 4 e 5 novembre 2016 all'Unicredit Pavilion. Wise Growth è presente con diversi interventi ad Elle Active.

1. Diventare genitori è un cambiamento permanente

Avere figli riguarda tutte le dimensioni della nostra esistenza. La prima cosa è cercare un nuovo equilibrio. Magari dovrai rinunciare per qualche anno alla cenetta a lume di candela, ma la domenica sera ci sarà la pizzata in famiglia.

2. Conciliazione significa condivisione e non riguarda solo le donne

Anche i papà possono andare a colloquio con i professori, accompagnare i bambini dal pediatra, preparare una pasta.

3. Orchestrare la propria conciliazione è una ricetta individuale, dinamica nel tempo

Ogni donna dovrebbe essere libera di sviluppare e sostenere la sua formula personale libera dallo sguardo e dal giudizio degli altri: se per tei è importante, difendi a spada tratta l'ora settimanale di thai-chi; pazienza se qualcuno in famiglia non capisce!

4. Accettare l'imperfezione nostra e delle controparti

La baby sitter non sarà forse Mary Poppins ma ti consentirà qualche ora di libertà da dedicare al lavoro, a te stessa o ai tuoi hobby.

5. Fare pace con il fatto che non si può avere tutto

Decidi cosa vuoi veramente e procedi con coerenza. Se vogliamo raggiungere determinate posizioni non potremo essere presenti a tutte le feste di compleanno dei compagni di classe dei nostri figli, e per fortuna!

6. Combattere le giuste lotte senza disperdere le energie!

Non puoi pensare di avere orari flessibili in entrata ma rigidissimi in uscita, gestendo ruoli di responsabilità.

7. Volere un padre e non un mammo: siamo diversi!

Non pensare che il papà sia un vicemammo, aiuta piuttosto il partner a riscoprire il valore del "prendersi cura" dei bambini invece delle coccole; insieme magari faranno la gara a chi mangia più polpette: l'importante è condividere e fare esperienza anche del maschile.

8. Attenzione alle scelte fatte di pancia

Attraverserai periodi duri, con la tentazione di mollare, ma lasciare il lavoro è una decisione che ha conseguenze durature e difficilmente valutabili al momento. Il costo di un asilo nido e di un eventuale tata sono tutto sommato un problema temporaneo, a fronte della possibilità di una carriera e di un guadagno di una vita.

9. Valorizzare un'identità composita

Dobbiamo essere le prime a crederci. Non si tratta dell'avere tutto ma di capire quanto può arricchire te, ma non solo – essere madre di due bambine, moglie, architetto e con la passione per il volontariato.

10. Non avere timore di chiedere, al partner, all'azienda, ai nonni

Apri sempre un canale di comunicazione di confronto aperto e di negoziazione delle rispettive esigenze con tutti gli "attori": Chiedi al padre di controllare i compiti, all'azienda di essere coinvolta nelle riunioni importanti, ai figli maggiore autonomia, alle amiche nuove modalità di ritrovarsi; ai nonni: anche di non esserci.

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