«Ho scoperto che mio figlio è gay. Lo so, mi dirai che è normale. Per me no. In famiglia, queste stravaganze non ci sono mai state. Io non sono disinvolta col sesso, c'è sempre stato un muro fra noi, anche prima di sapere che gli piacevano i maschi. Non lo condanno, ma mi sento lontana. Non ci tengo a essere moderna. So che la sua non è una colpa, ma sento che siamo diversi, non so se potrò riavvicinarmi. Il sesso dei figli è sempre imbarazzante». (Mina)

figlio gay: lettera di una mamma a barbara albertipinterest
Getty Images

Non è il sesso dei figli che imbarazza, è il sesso. L'uomo non ha l'uguale nel creato. Dopo milioni di anni guarda in giù, e rimane di stucco: "To', il sesso!". Come se fosse una novità. Proprio non ci rassegniamo ad averlo. E ogni volta cadiamo dalle nuvole, ogni volta ne facciamo motivo di scandalo, divisioni, disprezzo. Dici «Io e lui siamo diversi». Eh sì, un figlio non è un clone. Forse in futuro, la scienza è molto avanti sul piano del narcisismo genitoriale, fra un po' saranno in grado di fornirci figli-specchio. Ma per ora, bisogna ammettere che, tagliato il cordone ombelicale, abbiamo generato una persona dotata di libero arbitrio, che non è il nostro doppio, non è nata per copiarci ma per decidere di sé, darsi a scelte che non sono le nostre. Se no bisogna prendersi un gatto, o forse ancora meglio un peluche, qualcuno che non ci contrasti, che sia il prolungamento delle nostre chiusure.

Scrivete a Barbara Alberti all'indirizzo: maleducazione.sentimentale@hearst.it