I regali di Natale che non ci hanno mai fatto
Il Dolceforno, la Maglieria magica, il patrimonio immobiliare della Barbie. Tutto quello che abbiamo osato chiedere a Natale, senza ottenerlo
«Io sognavo il Dolceforno, perché già a quei tempi mi piaceva mangiare. Nessuno ha mai avuto il buon cuore di regalarmelo, fino a cinque anni fa, quando una vicina di casa, qui a Milano, avendo recuperato dalla cantina quello della figlia ormai grande, ha pensato di darlo in dono alle mie figlie.
Non solo lo hanno accolto con sufficienza, ma dopo due giorni era rotto. Un reperto storico rimasto intonso per più di 20 anni (quando l'ho visto mi si sono illuminati gli occhi come se avessi otto anni), distrutto nel giro di 48 ore da due mocciose dell'era di Cracco, dei cup cake e dell'abbattitore. Che tristezza!».(Maria Elena Viola, bambina che voleva impiattare e direttore di Gioia!).
Abbiamo tutte sotto l'albero una letterina inevasa, una richiesta a Babbo Natale (o facente funzione) che non è mai stato soddisfatta – o soddisfatta fuori tempo massimo, che è pure peggio.
Un po' perché, quando eravamo piccole noi, non c'era Google e non c'era Amazon: individuare l'esatto oggetto del desiderio non era facile. E francamente neanche così importante: un regalo valeva l'altro, e chi aveva il tempo di stare dietro al mercato immobiliare della Barbie. Vuoi una casa di bambole? In Bulgaria ne fabbricano di bellissime, col compensato.
E un po' anche perché c'erano pochi soldi, certo, e i mulini erano bianchi e indulgere nel capriccio più diseducativo che traumatizzante. Infatti guardateci, come siamo cresciuti morigerati.
È bastato lanciare la domanda «Che cos'è che non vi hanno regalato mai?» per scatenare un flusso di ricordi, strappalacrime e strapparisate – più le risate, adesso.
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