Non forniamo cifre campate per aria. Ma, conti alla mano, scopriamo che i francesi fanno l'amore 137 volte l'anno, contro le nostre 108. E che la durata dei preliminari è di 20 minuti esatti. E poi… lo sapevate che 13 centimetri sono le dimensioni ideali di lui?

12 le persone da frequentare. Esiste una strategia matematica per aumentare le nostre probabilità di trovare l'amore della vita? Peter Todd del Max Planck Institute sostiene che sia sufficiente frequentare almeno 12 persone, scartarle tutte e scegliere quella che ci sembra migliore dalla tredicesima in poi. Meglio ancora se la frequentazione prevede anche il sesso. Cominciate a fare i conti.

C1 la formula del matrimonio. Il sesso è matematica. Parola di Clio Cresswell, ricercatrice ma anche scrittrice e presentatrice televisiva inglese. Nel suo libro Matematica e sesso mettendo a confronto dei modelli, la Cresswell scopre che l'orgasmo dell'uomo e quello della donna non sono poi così diversi. E, udite udite, se una relazione dura abbastanza a lungo è più probabile che i sentimenti si stabilizzino, innescando un circolo virtuoso. Anche un matematico italiano, Sergio Rinaldi, ha usato per primo i modelli matematici per spiegare il comportamento amoroso. Giungendo a sviluppare equazioni che dicono, ad esempio: «Perché l'amore di entrambi aumenti, basta che uno dei due aumenti il proprio sex appeal». Quindi investire su se stessi può avere un enorme ritorno positivo sulla coppia. Alcuni temerari hanno anche tentato di prevedere la quantità di sesso possibile all'interno di un matrimonio. La formula è C1>C2+C3+C4… +Cn, ossia: il numero dei rapporti sessuali del primo anno di matrimonio è sempre maggiore della somma di tutti quelli che si avranno negli anni successivi, in totale.

27 anni di ricerche. Tanti sono serviti a John Gottman, professore di Psicologia all'Università di Washington, per una scoperta fondamentale. I matrimoni in cui nessuno censura le proprie lamentele sono di gran lunga più duraturi di quelli in cui i coniugi si dimostrano troppo docili.

cultura (e meno sesso). Cialtroni di tutto il mondo: rilassatevi! Pare che a elevati livelli di istruzione corrisponda un minor numero di partner. L'ultima indagine su salute e comportamento sessuale, condotta ad Atlanta (Usa) sembra confermare che i maschi laureati hanno la metà delle possibilità, rispetto ai coetanei diplomati, di aver avuto più partner nel corso degli anni precedenti. Non si tratta di casi, dal momento che anche un terzo studio, condotto da Carolyn Halpern dell'Università della North Carolina, ha rilevato un'alta concentrazione di giovani ancora vergini tra quelli con un QI elevato. Le ragioni non sono chiare. Anche la sociologa Rosemary Hopcroft dell'Università della Carolina del Nord (Usa) ha mostrato, durante una ricerca, come la frequenza di rapporti sessuali sia inversamente proporzionale al quoziente d'intelligenza. «L'intelligenza», spiega Hopcroft, «è associata negativamente alla frequenza dell'attività sessuale, il che ci lascia non poco sgomenti». Secondo alcuni studiosi potrebbe dipendere da un fenomeno evolutivo. Nel corso della storia, infatti, l'attività sessuale frequente è stata necessaria ad assicurare una larga prole e quindi maggiori possibilità di prosecuzione della specie. Chi ha maggiori risorse mentali sarebbe istintivamente spinto a impiegare le sue energie a far progredire il mondo con l'intelligenza, piuttosto che riproducendosi.

108 volte in un anno. Finalmente si scoprono gli altarini: i maschi nostrani non fanno l'amore così spesso come si narra. Con 108 volte all'anno (due volte alla settimana) l'Italia infatti è appena sopra la media mondiale. Sempre secondo la ricerca, si parla di una certa sbrigatività nei preliminari ma, come sostiene Madonna, gli italiani "do it better": lo fanno meglio degli altri. Questo sondaggio su pregi e difetti delle abitudini sessuali, in 41 Paesi nei cinque continenti, è condotto ogni anno dalla Durex, nota azienda produttrice di profilattici.

103 la media mondiale. Avranno la puzza sotto il naso, ma i francesi fanno l'amore più di noi, con ben 137 volte l'anno (contro le nostre 108) e risultano in testa nella classica. Questi i primi posti della graduatoria in base alla frequenza annua dei rapporti. Francia (137), Grecia (133), Serbia e Montenegro (131), Ungheria (131), Macedonia (129), Bulgaria (128), Repubblica Ceca (125), Croazia (120), Regno Unito (119), Islanda (119), Slovacchia (117), Nuova Zelanda, Slovenia (112), Stati Uniti (111), Israele (111), Spagna (110), Polonia (110), Italia (108), Canada (108), Irlanda (105), Belgio (105). Gli ultimi? I giapponesi, a quota 46, mentre la media mondiale è di 103.

61% le italiane soddisfatte. L'Italia? Ha l'orgasmo facile. Ed è prima in assoluto rispetto agli altri, con una media femminile di "raggiungimento" del 61 per cento. Non così bene per le signore spagnole (47 per cento), le inglesi (35 per cento), le tedesche (34 per cento). Una rivincita sui francesi, che lo faranno pure più spesso, ma con scarsi risultati: infatti solo il 32 per cento delle donne si professa contenta dei risultati. Per non parlare delle finlandesi (24 per cento), delle indiane (21 per cento) e delle cinesi (19 per cento)

20 minuti. La "durata" media di un rapporto (l'indagine dellaDurex è condotta su un campione di 26.032 persone in 26 Paesi, nel quale si includono i giovanissimi, gli adulti, le coppie occasionali e le persone che faticano a raggiungere l'orgasmo). I tempi espressi dall'indagine comprenderebbero anche i preliminari, oltre ai tempi della penetrazione, il che riporta il dato a una dimensione più accettabile. Normalmente infatti il rapporto sessuale, in tempo stretto, è dichiaratamente più basso, all'incirca intorno ai sei minuti. La media nazionale si aggira intorno ai 10-12 minuti circa. Fretta o passione? Fatto sta che gli italiani scivolano al 13° posto, con una media di 20 minuti. Le coppie inglesi dedicano 22 minuti e cinque secondi al preludio di quel che seguirà, quelle tedesche 22 minuti e due secondi, quelle irlandesi 21 minuti e otto secondi. Le coppie asiatiche vanno quasi subito al sodo: 16 minuti di preliminari a Singapore, poco più di 15 in Vietnam, 14 minuti e due secondi a Hong Kong, 11 minuti e cinque secondi in Thailandia.

15 l'età per amarsi. Sarà colpa del freddo, ma i più precoci sono gli islandesi: la loro prima volta, infatti, arriva, in media, a 15 anni e sette mesi. Seguiti dai tedeschi (16 anni e due mesi) e austriaci (16 anni e tre mesi). Gli italiani (17 anni) sono in linea con la media rilevata nei 41 Paesi esaminati.

11 anni sai già tutto. I tedeschi sono imbattibili. A 11,3 anni sono già al corrente di tutto. Seguono gli austriaci (11,6) e i finlandesi (11,8). In Italia l'età media è di 12,6 anni, poco lontana da quella generale di 13,1. Il 52 per cento degli italiani ritiene che debbano essere i genitori a fornire una buona educazione sessuale ai figli, mentre il 32 per cento crede che, a farlo, debba essere la scuola. In realtà non succede, né a casa, né sui banchi. Le "dritte" si spifferano tra ragazzi.

17% ama il lato B. L'italiano? Guarda prima di tutto il sedere (17 per cento), poi non disdegna un corpo palestrato (16 per cento) e anche un bel seno ha la sua importanza (13 per cento). Trascurabili, invece, le gambe (il 3 per cento), il sorriso (5 per cento), gli occhi (9 per cento) e il viso (8 per cento). Pochissimi gli estimatori di un'intelligenza brillante e del senso dell'umorismo: solo il 4 per cento degli interpellati ha mostrato di apprezzarli. Mah!

L'eterna domanda. Cosa attrae le donne. Vince su tutte la forma maschile simile a una "V": spalle larghe-vita stretta. In caduta libera, invece, la forma "a pera", spalle strette- vita larga. Brian Mautz dell'Università di Ottawa ha spiegato che, nella ricerca, è stato misurato quanto siano importanti diversi aspetti del corpo maschile (altezza, girovita, ampiezza delle spalle, dimensioni del pene) nel determinare il fascino di un uomo nel suo complesso. I ricercatori sostengono che, a determinare i risultati, sia una sorta di "memoria storica". Nella preistoria infatti, le donne sceglievano l'uomo, proprio basandosi sulle dimensioni dell'organo genitale maschile. La maggior consistenza del pene era inconsciamente associata a più probabilità di rimanere incinta.

13 centimetri sono perfetti. Lo studio, pubblicato suProceedings of the National Academy of Sciences, ha svelato che le dimensioni del pene sono uno dei tratti fisici che concorrono a determinare il fascino di un maschio, anche a livello inconscio. Ma conta anche l'altezza, tanto che, se il soggetto in esame è dotato ma è basso, è destinato a non riscuotere molto successo. L'autore della ricerca Michael Jennions dell'Australian National University ha usato un rangedi misure basato su 3.300 maschi. «La misura più grande che abbiamo testato (13 cm "a riposo") è risultata la più attraente».

Conclusioni: conta solo il cuore. «Le dimensioni non sono basilari per il raggiungimento dell'orgasmo della donna», sconfessa le statistiche precedenti la ginecologa dottoressa Perroni con un'equipe di medici. «Le parti genitali femminili più sensibili sono quelle esterne. Qualunque pene è in grado di stimolarle adeguatamente». Chissà.