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Avete presente YouPorn? No, non pensate sia solo una faccenda da maniaci sessuali in Rete. Vinicio Marchioni ogni tanto va a dare un'occhiatina alla categoria Milf, Francesco Facchinetti è un fan delle Big tits, Max Pezzali del genere Lesbian. E anche Claudio Cecchetto, Gianmarco Tognazzi e Matteo Maffucci degli Zero assoluto, quando capita, un giretto a luci rosse in Rete se lo concedono senza problemi e non si vergognano a dirlo. Dove si fermano? Prima o poi, dalle parti di YouPorn.com, il sito gratuito di video pornografici che, a sette anni dalla creazione, è diventato in assoluto il più popolare del pianeta. Tutti maniaci sessuali?

In due è meglio

Per Giorgio, commercialista di Milano, 40 anni, sposato con una figlio, la questione è molto chiara e semplice: «Spero che nessuno si scandalizzi e faccia il bacchettone: dare un'occhiata a YouPorn, in maniera divertita è come sfogliare sui siti di tutti i giornali di informazione "seria" le gallerie fotografiche con le donne nude. Che su YouPorn mantengono quello che là promettono. Inoltre confesso che un paio di volte sono riuscito a convincere mia moglie a guardare qualche video con me e non mi sembra che le abbia fatto così tanto schifo. In fondo è solo un gioco».

Nuova morale

Cerchiamo di capire meglio, però. Fino a ieri, le edicole che vendevano pubblicazioni "vietate ai minori" erano blindate come bunker e chi comprava riviste hard lo faceva di nascosto. Oggi non c'è nessun imbarazzo ad ammettere di essere frequentatori assidui del sito a luci rosse. E perfino mogli e fidanzate, se colgono il compagno in flagranza di reato davanti al computer, chiudono un occhio. Un tempo erano capaci di troncare una relazione.

«I cambiamenti della società», spiega Laura Varisco, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, esperta in pornodipendenza e dipendenza da sesso, «hanno portato a un forte mutamento del comune senso del pudore e a una grande diffusione e legittimazione della pornografia. Internet ha abbassato la soglia del "proibito". C'è chi guarda i filmati solo per curiosità e chi – fragile, insicuro e incapace di relazionarsi in maniera normale con una compagna reale – finisce per rovinarsi la vita. Troppo forte la paura del confronto e l'ansia da prestazione». Quelli che stanno male davvero, tanto da finire dallo psicologo per comportamenti di natura ossessivo-compulsiva legati alla fruizione di materiale pornografico in Rete, sono sempre di più.

Effetti collaterali

«I più a rischio pornodipendenza», dice la dottoressa Laura Varisco, «sono gli uomini fra i 25 e i 45 anni, che si rivolgono allo psicoterapeuta spinti dalla vita non più sostenibile (c'è chi sta 20 ore consecutive davanti al monitor, ndr) e dalla sofferenza creata intorno a sé. Le donne che consumano pornografia lo fanno spesso dopo un fallimento di coppia, spinte dall'ansia che le porta a cercare di sapere di più per sentirsi all'altezza, ma poche ne abusano: preferiscono usare l'online per avviare reali incontri sessuali».

Con una recente ricerca il professor Carlo Foresta, docente di Andrologia all'Università di Padova, presidente della Società di andrologia e medicina della sessualità, ha lanciato l'allarme giovanissimi: «Quella di oggi è una generazione che vive le prime esperienze di sessualità quasi solo tramite Internet. Questo dà un imprinting privo di un vissuto reale, che non tiene conto di sensorialità e affettività. Su 500 ragazzi presi in esame, il 50 per cento ha dichiarato di guardare filmati almeno due ore a settimana e di masturbarsi più di 30 volte al mese. La conseguenza è che il 25 per cento del campione soffre di eiaculazione precoce e non cerca più vere esperienze sessuali».

Matteo Maffucci, cantante degli Zero assoluto, con una battuta fulminante chiude l'argomento: «C'è chi si ammazza di pippe, e mi intristisce, e chi vede filmati porno con lo stesso spirito con cui in Rete si vedono filmati e foto curiosi e divertenti da tutto il mondo. Io, quando capita, faccio un giro sulla categoria Amateur, la mia preferita».

P.S. La mia, sempre quando capita, è Big butt.