«In casa entra un solo stipendio. Per cercare di avere un bambino abbiamo speso tutte le nostre energie, ma anche tutti i nostri soldi. E ora, dopo sette cicli di Fivet di cui due pubblici e cinque privati, ci fermiamo». Alessandra, 39 anni, ha l'aria esausta di chi ha molto a lungo desiderato e lottato, e poi si è arresa. Ora che le sentenze dei tribunali hanno smantellato pezzo a pezzo la legge 40 – via il divieto di congelare gli embrioni sovrannumerari per riutilizzarli in seguito, via l'obbligo di impiantarne, indistintamente, tre per ogni ciclo a ogni donna; via, infine, il divieto di eterologa e diagnosi preimpianto – fare un figlio in vitro, in Italia, dovrebbe essere più facile. Ma i costi emotivi e soprattutto economici, attorno ai quali ancora si gioca gran parte della partita, restano elevati.

MIGRAZIONI 

In Italia l'età del primo parto è altissima: 32,6 anni, quando il picco della fertilità per una donna è tra i 20 e i 25. Per intere generazioni di postponers, così chiamano chi rimanda la riproduzione, concepire naturalmente non è una passeggiata. Ma ancora oggi la Pma, acronimo di "procreazione medicalmente assistita", ha un prezzo troppo alto. «Ogni ciclo fallito è un lento straziante addio all'idea che un giorno sarai madre», dice Maria, 37 anni, alle spalle tre Fivet. Pugliese, per inseguire il suo sogno è stata tre volte in Lombardia. «Sulla carta le strutture pubbliche, che permettono la Pma gratis o al costo del ticket, sono in tutta Italia», ci spiega Antonino Guglielmino, responsabile del centro della medicina della riproduzione Hera, a Catania. «Ma gli standard non sono gli stessi ovunque, e negli ultimi anni abbiamo assistito a massicce migrazioni: da sud a nord, dove funziona meglio». Un ciclo di Fivet può durare un mese: «Io e mio marito siamo insegnanti e abbiamo fatto tutto d'estate», dice Maria, «quando non c'è scuola, stando da mia sorella che vive a Milano; se no devi pensare anche all'albergo».

I TEMPI D'ATTESA

Frotte di aspiranti genitori hanno pagato settimane di hotel, ma quello è il meno. «Alle famiglie non veniva chiesto nulla, la Regione ospitante si faceva rimborsare direttamente da quella di provenienza», continua Guglielmino. «Ora però ci vuole il nullaosta del posto in cui risiedi e Campania, Calabria e Puglia hanno cominciato a negarlo. La buona notizia è che la Pma sarà inserita nei livelli essenziali di assistenza (in sigla, Lea, ndr): sarà un diritto di base come il pacemaker per i cardiopatici. I centri si attrezzeranno. La cattiva è che al momento centinaia di coppie stanno in un limbo e non sanno che fare».

Per la Fivet pubblica, in ogni caso, c'è il problema dei tempi d'attesa: 10/12 mesi sulla carta, ma possono diventare 18. «Così è successo a me: quattro fecondazioni di cui una nel pubblico, per la quale da Roma mi sono trasferita un mese a Bologna», spiega Eleonora Mazzoni, già autrice del bellissimo Le difettose (Einaudi), ora in libreria con il nuovo In becco alla cicogna (La biglia blu), "manuale di istruzioni" utile e struggente. «Per fortuna lì avevo parenti e amici, l'ho presa come una vacanza». Una Fivet fallita a costo zero, altre tre private, dunque a pagamento: «All'ultima, avevo giurato fosse l'ultima anche perché avevo 44 anni, mi hanno impiantato sei embrioni. Due hanno attecchito e oggi sono Matteo ed Emma, cinque anni. Rispetto a qualche anno fa i prezzi sono un po' scesi: tra i 4.000 e i 5.000 a ciclo compresi medicinali. Se cerchi bene spendi un po' meno».

DOVE ANDARE

 "Cercare bene", spiega Guglielmino, vuol dire per prima cosa consultare il registro dei centri di Pma sul sito dell'Istituto superiore di sanità. «Lì si trovano il numero di cicli all'anno effettuati e le percentuali di successo». L'equivoco di fondo, quello che squarcia il cuore, è che la Fivet ti porti in automatico un bambino. «A 37 anni la probabilità è del 25 per cento», spiega Eleonora Mazzoni. «Ma se fai quattro cicli non arrivi al 100 per cento: ogni volta ricominci dal 25, anzi la percentuale scende col crescere dell'età. Conosco una coppia che ha tentato 16 volte». Il successo dunque non è garantito, le spese sì. 16 cicli di Fivet costano quanto una casa, tanti chiedono finanziamenti. Sui forum di Cercounbimbo.net, Rossella73 snocciola le sue delusioni: «Esami, inseminazione intrauterina, voli, alberghi, medicinali e visite private... siamo arrivati a 25.000». Le risponde Isabelle, due righe sotto: «Noi siamo a 20.000 ma non conto i mesi senza lavoro, e senza stipendio, per entrambi». Il business della Pma lucra sul desiderio, a volte sulla disperazione. "Quanto saresti disposto a spendere per tuo figlio?" è la subdola domanda sottintesa.

CHI PUO' PERMETTERSELO

«L'infertilità è democratica», scherza Eleonora Mazzoni, «non guarda le classi sociali». «Tra i miei pazienti però non ci sono poveri», sospira Guglielmino. «I costi sono uno dei motivi per cui in Danimarca il 5,9 per cento dei bambini nasce da Pma, da noi siamo fermi al 2,4. Eppure sarebbe un buon modo per contrastare la denatalità». Marta Verna, oncologa pediatrica al San Gerardo di Monza, ha 37 anni e nell'intenso Nessuno esca piangendo (Utet) racconta la sua esperienza di aspirante madre e, assieme, quella di medico. «Difendo la sanità italiana, tra le migliori al mondo, ma quando si è trattato di tentare una Fivet sulla mia pelle l'ho fatto nel privato, più che altro per stringere i tempi. Quando ho cominciato avevo emotivamente molta fretta e pensavo di non poter sopportare l'attesa». Il sogno di Marta ancora non si è realizzato ma i bambini, è sicura, «giocano un ruolo centrale nella mia vita. Da un lato quelli che cerco di guarire, dall'altro quelli che cerco di avere, intrecciati».

UTERI IN FUGA

Nel 2012, secondo l'Osservatorio sul turismo procreativo, 4.000 coppie sono andate all'estero per cercare un figlio aggirando la legge 40. Ora il numero di coppie in fuga si è dimezzato, ma molti ancora emigrano (Spagna, Austria, Belgio, Grecia, Svizzera, Repubblica Ceca le mete preferite) per la fecondazione eterologa, che da noi nel pubblico è possibile solo in quattro strutture (a Firenze, Bologna, Trieste e Pordenone), con tempi d'attesa assurdi perché i donatori di gameti maschili e femminili in Italia sono pochissimi. Per paradosso, gli ospedali li comprano in Spagna, a 800 euro l'uno. Per restare competitivi, i centri esteri propongono pacchetti accattivanti: «Ovodonazione, spermiogramma, crioconservazione, transfer, embriomonitoraggio e coltura prolungata: 12.500 euro per tre cicli, rimborso del 100 per cento se falliamo», promette una clinica della Repubblica Ceca. In Grecia, tre cicli con rimborso stanno a 8.000 euro se la donna ha meno di 38 anni.

IL BUSINESS

Ben altre le cifre per la segreteria dello studio milanese Semprini, super guru delle coppie infertili, che chiamo presentandomi come una 42enne con due fecondazioni fallite alle spalle. Mi propongono «una prima visita con ecografie e alcuni esami del sangue. Resta da noi tutta la mattina e poi, dopo pranzo, può andare a colloquio con il professore». Il costo è di 1.200 euro, «ma se porta il compagno gli facciamo lo spermiogramma, un'ecografia e saliamo a 1.600». E poi? «I controlli successivi sono sui 260 euro, poi comincerà il suo percorso personale e si vedrà».

PUNTI DI VISTA

Ci vuole un attimo per arrivare ai 25.000 euro citati da Cercounbimbo.net anche se, piccola consolazione, i costi della Pma si possono detrarre dal 730. Una cifra ancora bassa per Michele e Antonio, due sposi di Roma, che per avere i piccoli Sergio e Sara, oggi tre anni, ovviamente hanno dovuto ricorrere alla maternità surrogata che in Italia non è permessa. Dice Michele: «Abbiamo scelto con oculatezza, in Canada. I gemelli hanno la stessa madre biologica e sono cresciuti nell'utero di un'altra donna, una "portatrice", Paula. Il suo compenso è stato di 20.000 euro, lo chiamerei un rimborso spese visto che per gli ultimi mesi di gravidanza ha dovuto rinunciare al lavoro. Altrettanti li abbiamo dati alla clinica, 10.000 euro sono andati all'assicurazione sanitaria, 5.000 all'avvocato. Poi ci sono state le spese vive, compresi i vestiti premaman che con molta gioia abbiamo preso per Paula, una certa crema per le smagliature che in Canada non si trovava e le mandavamo dall'Italia, e la nostra permanenza lì, di circa due mesi. In tutto, 70.000 euro». È tanto? È poco? «Elton John ne ha tirati fuori 300.000 per un trattamento da vip», continua Michele. «E sul sito di una delle cliniche più gettonate, la Growing generations di Los Angeles, puoi vedere che i costi partono da 130.000 euro». «Per un investimento significativo come quello che hai davanti, meglio prepararsi con cura», è lo slogan in home page. In effetti, dura tutta la vita.