Alimentazione dei bambini corretta: nonostante i progressi della scienza, a volte sembra ancora un'utopia. Colpa della vita frenetica che conduciamo: non abbiamo tempo per cucinare e, soprattutto, fare la spesa in modo selettivo, leggendo attentamente le etichette per valutare i contenuti nutrizionali degli alimenti e la loro provenienza. Insomma, per molti di noi diventa quasi un'impresa impossibile seguire (e abituare i propri figli) ai sani principi della dieta mediterranea (cereali integrali, frutta e verdura in abbondanza, pesce, olio extravergine d'oliva e poca carne). Quel che è peggio, le nostre cattive abitudini si trasmettono ai più piccoli e si riflettono sulle generazioni future. 

«Per la "teoria dei primi mille giorni", all'inizio della vita si gettano le basi della salute futura», sottolinea Massimo Agosti, pediatra e neonatologo. «Si ritiene che anche il periodo prenatale sia importante ai fini educativi: quello che mangia la mamma dà "sapore" al liquido amniotico e influenza il gusto del feto, il primo senso che si sviluppa. Il rischio di abituarsi a mangiare male, quindi, può essere precoce. Idem se i genitori si fanno condizionare da false credenze, come grasso è bello: la rapida crescita nei primi mesi di vita predispone a facili aumenti di peso e malattie metaboliche in età adulta e si correla con allergie e asma». 

Al contrario, ci sono studi che dimostrano che più è precoce il consumo di pesce, minore è il rischio allergico: «Dallo svezzamento, lo si può stemperare in una patata lessa e modificare le proporzioni via via che il bimbo si abitua al sapore», continua l'esperto. «Non è una buona idea pensare che il grasso "sparirà" con lo sviluppo, bisogna agire: la mamma non deve portare il piccolo di tre anni sul passeggino, ma incoraggiarlo a camminare con lei. L'esempio, dall'uso moderato dell'auto alla pratica dello sport, conta più di mille prediche». Soprattutto a tavola: secondo uno studio apparso sull'American Journal of Clinical Nutrition, se mamma e papà tendono a servirsi porzioni abbondanti, offriranno più del necessario anche ai loro figli. Mentre sarebbe importante insegnare ai bambini a nutrirsi con le quantità giuste fin da piccoli.  

Anche in tv, a qualsiasi ora del giorno, c'è gente che cucina: cattivo esempio? «Dipende. Ci sono programmi di cucina anche per i bambini, e il suggerimento di essere tutti più coinvolti nella preparazione è positivo», prosegue la nutrizionista. Secondo uno studio del Nestlé Research Center, pubblicato sul Journal Appetite, i piccoli che cucinano con i genitori mangiano molte più verdure, bruciano il 25 per cento di calorie in più degli altri e si arricchiscono di positività e autostima, orgogliosi di aiutare i "grandi". 

Ecco perché è importante che i genitori diventino educatori anche di buona alimentazione: provate a seguire questi 5 consigli.

1. Coinvolgete i bambini nel rito della spesa settimanale

Se possono contribuire alla scelta di quello che mangeranno, accetteranno il menu che proponete più volentieri.

2. Abituateli alla prima colazione

Presentandola come un piacere quotidiano e mai frettoloso. Cercate di prepararla assecondando i loro gusti, senza forzature.

3. Non perdete di vista il concetto di porzioni

Di fronte a quantità di cibo troppo abbondanti, si è portati a mangiare più di quanto sia realmente necessario. 

4. Considerate la merenda come un ulteriore pasto della giornata 

E non come un momento in cui concedere strappi alle regole e calorie extra. 

5. È importante far capire ai bambini da dove arriva il cibo

Per esempio, far seguire la crescita di un seme in un vaso è utile per convincerli ad apprezzare le verdure più che punirli togliendo cellulare e playstation.