In tutta la Ue sono 1,2 milioni gli ammalati di Parkinson: eppure moltissimi non sanno neanche cosa sia. L'11 aprile, per aumentare la consapevolezza attorno a questa grave malattia neurologica, si celebra la Giornata mondiale per la lotta al Parkinson, che in Italia colpisce oltre 250.000 persone, in genere tra i 50 e i 60 anni; ma un paziente su quattro ha meno di 50 anni, e uno su dieci meno di 40, come l'attore Michael J. Fox (nella foto), che si è ammalato a 30, e ha creato una fondazione per aiutare i parkinsoniani e le loro famiglie: l'insorgenza precoce della malattia, purtroppo, è sempre più diffusa. 

 «Quella che ha colpito mia mamma era una forma chiamata "plus": evoluzione rapida e scarsissima risposta ai farmaci». Roberta Gentile, scrittrice al debutto, nel suo romanzo Gli effetti indesiderati (Frassinelli) parla di Parkinson con cognizione di causa, anche se si tratta di fiction: il suo protagonista è un architetto 30enne che si ammala del morbo. La vita sua, di amici e familiari è stravolta. 

«Quando si manifestano i primi sintomi, tremori e rigidità, c'è già stata una degenerazione importante delle aree del cervello che il Parkinson attacca», spiega Alfredo Berardelli, ordinario di Neurologia alla Sapienza e presidente dell'Accademia italiana per lo studio del Parkinson. «La malattia può esordire anche in età giovanile e una diagnosi precoce non è ancora possibile. Le terapie per alcuni anni garantiscono una buona qualità di vita». La ricerca non si ferma se l'attenzione non cala: anche per questo è nata Run for Parkinson, ora alla settima edizione. Più di 30 gli appuntamenti tra il 9 e 17 aprile, con 8 giorni di corse a beneficio dei parkinsoniani e delle loro famiglie.