La dieta gluten free va di moda. Ma occhio ai falsi miti: perché mangiare senza glutine non serve per dimagrire, né per mangiare più sano. Con l'eccezione di chi soffre di celiachia. Parola di una che – al di là delle mode – da pane, pasta, pizza & Co. (con glutine) deve stare lontana davvero.

Ho la celiachia, e non sono a dieta, o meglio, sono a dieta da una vita e per la vita. Un dieta gluten free, naturalmente. Il mio nemico si chiama appunto glutine e se ne parla un sacco di questi tempi. Anche a sproposito, perché c'è pure di mezzo una moda. Ma cominciamo dall'inizio. Nasco bella in carne e tutto va bene fino allo svezzamento. A qualche mese dalle prime pastine, però, i sintomi sono inequivocabili: diarrea, arresto della crescita, anoressia, ventre gonfio, dimagrimento, irritabilità, osteoporosi (diagnosticata alla tenera età di due anni). La celiachia è un'intolleranza al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale, che così si manifesta nella sua forma più classica. È un illuminato pediatra di provincia a pronunciare per la prima volta davanti a due disperati genitori la parola celiachia: «Eliminate il glutine: via pasta, pane, biscotti!». Detto fatto, quella bambina scheletrica rifiorisce in poche settimane. Purtroppo, però, medici che verranno dopo considerano l'intolleranza "temporanea" e quindi più e più volte decidono di reintrodurre il glutine nella mia alimentazione.

Ricominciare a mangiare pane, pasta, pizza, significa scatenare nuovamente quella reazione autoimmune che fa sì che l'organismo – in presenza di una sostanza identificata come dannosa – reagisca contro se stesso. Nel caso della celiachia, la risposta immunitaria scatenata dal glutine genera un'infiammazione cronica e porta alla scomparsa dei villi intestinali, piccole estroflessioni simili a minuscole dita che assimilano le sostanze nutrienti. Così, ecco la malnutrizione e tutto il corollario di problemi legati alla celiachia non "curata": dall'osteoporosi ai problemi di tiroide. Un up&down, il mio, che dura un decennio e ha le caratteristiche del calvario, fino a una drammatica svolta: lividi ovunque, sangue dal naso, ossa che si spezzano come grissini. È un ricovero d'urgenza a chiarire che, per colpa del glutine, i miei villi intestinali sono del tutto atrofizzati e, oltre a tutti gli altri nutrienti, il mio organismo sta sperimentando una drammatica carenza di calcio e vitamina K. Però intanto sono passati gli anni e la medicina ne sa un bel po' di più della malattia.

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Il verdetto è definitivo: sono celiaca, basta glutine. Questa volta per sempre, perché la celiachia è un'intolleranza permanente, che non ha sfumature se non nei sintomi con cui si manifesta. I miei sono da manuale. La diagnosi della celiachia prevede un protocollo preciso: alcuni esami del sangue specifici che prescrive il gastroenterologo e una gastro con biopsia, cioè il prelievo di un frammento di mucosa intestinale. In laboratorio viene esaminato al microscopio e dallo stato dei villi – più o meno atrofizzati – si individua la celiachia. Un sollievo, perché il glutine per l'organismo di un celiaco è un vero veleno: eliminandolo, il beneficio è pressoché immediato. Non tutti, però, sperimentano sintomi gravi ed eclatanti e in età pediatrica come è successo a me: spesso la celiachia si manifesta in modo sfumato, con sintomi atipici e diversi da quelli intestinali o simili a quelli dell'intestino irritabile, o resta latente per molti anni.

I sintomi atipici della celiachia da non sottovalutare comprendono, tra gli altri, stomatite aftosa ricorrente, ipoplasia della smalto dentario, glossite atrofica, manifestazioni intraorali di dermatite erpetiforme, ma anche ritardo puberale, ipo/ipertiroidismo, artriti e artralgie (dolori articolari), ansia, depressione, alopecia areata; psoriasi; cheratosi follicolare; vitiligine; valori di transaminasi costantemente elevati; epilessia; atassia cerebellare; iperattività bronchiale; asma; sindrome spinocerebellare; polineuropatia periferica; astenia; schizofrenia.

Soprattutto le donne dovrebbero prestare attenzione a sintomi come forte anemia da carenza di ferro, problemi di fertilità, osteoporosi e menopausa precoci. Una celiachia non riconosciuta aumenta il rischio di problemi in gravidanza come aborti ripetuti, ritardo di crescita intrauterino, prematurità, basso peso alla nascita, taglio cesareo. In presenza di queste condizioni è opportuno chiedersi se non si soffra di celiachia e quindi sottoporsi alle indagini cliniche per verificarlo.

La dieta, al momento, è l'unica terapia per la celiachia: non sono ammessi sgarri nel modo più assoluto, e occorre escludere anche le più piccole tracce di glutine dal piatto, perché l'assunzione, anche in minime quantità, può provocare conseguenze più o meno gravi. Pane, pasta, pizza e dolci sono solo la punta dell'iceberg: il glutine si nasconde negli alimenti più impensabili, dai salumi alle salse, dal caffè (d'orzo) allo yogurt. Per non parlare della contaminazione accidentale: basta davvero poco, una mano infarinata che tocca un alimento di per sé senza glutine et voilà, quello diventa out per un celiaco.

È pur vero che esiste un mondo di alimenti naturalmente privi di glutine, come quelli che trovate nella deliziosa dieta gluten free che vi consigliamo qui – un ottimo spunto per limitare i cibi industriali senza glutine (purtroppo in molti casi ancora parecchio costosi e spesso più ricchi di grassi e zuccheri dei loro corrispettivi con glutine) e per chi soffre di gluten sensitivity (ne parliamo più in basso). È anche vero che la spiga barrata (il segnale di via libera per noi celiaci!) è sempre più frequente sulle confezioni e che anche i ristoranti (grazie al lavoro dall'Associazione italiana celiachia, vero punto di riferimento di tutti i celiaci) sono più informati, ma la vita di noi celiaci non è semplice.

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Da qualche tempo, poi, la vita dei celiaci è messa a dura prova dalla convinzione che mangiare gluten free sia più sano e faccia pure dimagrire. Attenzione, però: se le celeb di turno, Gwyneth Paltrow e Victoria Beckham in testa, decantano i benefici sulla linea o sulla pelle dell'alimentazione senza glutine, siete libere di emularle e di vedere l'effetto che fa. A una condizione: ricordare che il gluten free, per chi è celiaco, non è una moda o un trend passeggero, ma una terapia salvavita per la vita. E senza possibilità di scelta. Né di sgarri. Nemmeno occasionali. Ecco - con l'aiuto dell'Associazione italiana celiachia, celiachia.it - alcune cose importanti da sapere su glutine e celiachia e alcuni miti da sfatare.

1. MANGIARE GLUTEN FREE FA DIMAGRIRE

FALSO: l'idea è del tutto infondata, anzi, bisogna fare attenzione al contenuto di grassi degli alimenti dietoterapici (spesso superiore ai corrispettivi con glutine). Gli alimenti a base di mais e riso inoltre, tendono ad avere un maggior indice glicemico, quindi la glicemia si alza di più e gli zuccheri vengono più facilmente convertiti in grassi: ciò implica anche un senso di sazietà che dura meno.

2. SE SI HA IL SOSPETTO DI CELIACHIA, IL GLUTINE VA ELIMINATO SUBITO

FALSO: iniziare una dieta gluten free prima del percorso di diagnosi può alterare i risultati delle analisi, specie della biopsia, e impedire di diagnosticare la celiachia.

3. SI PUÒ ESSERE SEMPLICEMENTE SENSIBILI AL GLUTINE

VERO: la gluten-sensitivity è un disturbo scoperto di recente (non è una malattia autoimmune, a differenza della celiachia), che viene identificato soprattutto in pazienti adulti, con disturbi tipo intestino irritabile, a cui si associano a volte stanchezza cronica, cefalea, dolori muscolari e articolari, eczema, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, formicolii agli arti, depressione. Sintomi che scompaiono eliminando il glutine e si ripresentano ogni volta che viene reintrodotto.

4. QUELLA DI CELIACHIA È UNA VERA EPIDEMIA

FALSO: quello che è in crescita è il numero delle diagnosi, grazie ai nuovi metodi di screening e alla una maggiore conoscenza della patologia.

Con la consulenza scientifica del dottor Francesco Valitutti, esperto dell'Associazione italiana celiachia (celiachia.it)