Se toccando il collo o le ascelle rileviamo un nodo gonfio la cosa può generare in noi preoccupazione e ansia, tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di una apprensione assolutamente infondata.

Cosa sono realmente i linfonodi? Come riconoscerli e quando preoccuparsi veramente di loro? Cerchiamo di dare una spiegazione e di fornire delle adeguate risposte. Se notiamo una infiammazione o un cambiamento di dimensioni nelle ghiandole del collo o ascella, per esempio, è sempre consigliabile consultare un medico. Vero è che spesso sono del tutto innocui e non dobbiamo preoccuparci, ma in altri casi può essere un sintomo di eventuali problemi di salute che in quel caso sarebbe meglio scoprire. Ripetiamo, consultare un esperto è la cosa più importante.

Ma vediamo più da vicino cosa sono i linfonodi e quando dobbiamo prendere la cosa sul serio. Innanzitutto bisogna spiegare che linfonodi o ghiandole linfatiche sono formazioni di tessuto linfatico. Questi nodi sono molto variabili nel formato, da uno a venticinque millimetri, quindi può essere abbastanza complicato riuscire a sentirli al tatto. Tuttavia, riuscire a percepire i linfonodi non è affatto complicato per una mano esperta. La maggior parte si trovano nelle aree più accessibili del corpo come l'ascella, il collo e l'inguine. I linfonodi producono linfociti (che formano parte dei globuli bianchi), essendo in grado di filtrare le particelle estranee al corpo (batteri, polvere, eccetera). Così, si può dire che rappresentano una parte degli organi che hanno la funzione di difendere il nostro sistema immunitario. Questa funzione è anche condivisa, per esempio, con le tonsille e l'appendice. I linfonodi però possono anche portare a complicazioni pesanti come i tumori.

Quando si produce una metastasi, nei carcinomi per esempio, si potrebbe verificare una notevole infiammazione del linfonodo, che può anche raggiungere le dimensioni di un piccolo uovo, mostrandosi in modo particolarmente duro alla palpazione. In questo caso il dolore di solito non compare. Quando i gangli linfatici affetti da metastasi causano dolore è un segnale che si stanno formando nei pressi di tutti i rami del tessuto nervoso.

I linfonodi gonfi possono essere associati con malattie neoplastiche, come il morbo di Hodgkin, linfoma o leucemia. Il morbo di Hodgkin in particolare sta diventando sempre più frequente.

Che esami fare nel caso di linfonodi ingrossati? Se i sintomi suggeriscono che si può avere il morbo di Hodgkin, il medico può decidere di fare una storia medica completa, incluse le informazioni circa i sintomi, possibili fattori di rischio, la storia familiare e altre condizioni mediche.

linfonodi-collo-ingrossati-esami-medicipinterest
Getty Images

Il passo successivo è quello di fare un esame fisico in cui il medico presterà particolare attenzione ai linfonodi e altre zone del corpo che possono essere interessate, tra cui la milza e il fegato. Poiché le infezioni sono la causa più comune di gangli linfatici ingrossati, specialmente nei bambini, il medico determinerà se c'è un'infezione nella parte del corpo vicina a qualsiasi linfonodo gonfio. Il medico potrebbe anche ordinare esami del sangue per identificare segni di infezione o altri problemi.

Se il medico sospetta che possa essere malattia di Hodgkin la causa dei sintomi, allora senza dubbio vi consiglierà una biopsia della zona. Ci sono in realtà più probabilità che molti dei sintomi della malattia di Hodgkin siano causati da altri disturbi, quindi i medici spesso osservano i nodi ingranditi per diverse settimane per vedere se si restringono da soli (spesso si possono prescrivere antibiotici per vedere se le dimensioni del nodulo si riducono).

Ma se i nodi non si restringono o continuano a crescere, si estrae un linfonodo (o una piccola porzione di un nodo) da osservare con un microscopio. Questa procedura, chiamata appunto biopsia, è necessaria confermare la diagnosi. La biopsia indicherà alla perfezione se si tratta della malattia di Hodgkin o di qualsiasi altro tipo.